Catania, il processo all’infermiere killer: serve una nuova perizia

Catania, il processo all’infermiere killer: serve una nuova perizia

Il colpo di scena a fine testimonianze
CORTE D'ASSISE
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CATANIA – Colpo di scena al processo a carico di Vincenzo Villani Conti, l’infermiere catanese del Cannizzaro ritenuto una sorta di “angelo della morte”. Tra il 2020 e il 2021, secondo la Procura di Catania, avrebbe ucciso due anziane ammalate, somministrando loro dosi massicce di benzodiazepine. Farmaci controindicati per le patologie delle due donne.

Un collegio di periti

La Corte d’assise di Catania ha disposto una nuova perizia collegiale sulle cause delle morti. Troppo ampia, infatti, è la forbice tra periti e consulenti. E la giuria presieduta da Sebastiano Mignemi, a latere Anna Scirè, vuole vederci chiaro. Attraverso una perizia collegiale, in pratica, non dovrebbero più restare ombre.

La decisione dei giudici è arrivata al termine delle richieste supplementari, quelle che precedono, da rito, la chiusura dell’istruttoria dibattimentale. E in pratica il processo, che era giunto alle battute conclusive, vivrà quest’ulteriore momento.

Le richieste

L’azienda sanitaria Cannizzaro, si ricorda, è in giudizio rappresentata dall’avvocatessa Eleonora Baratta, parte civile al pari dei familiari delle presunte vittime. Questo dopo essere stata estromessa, su eccezione del suo difensore, come responsabile civile. Finiti i testimoni, in pratica, i difensori di Villani Conti avevano chiesto di sentire i medici presenti al momento delle due morti. E di acquisire le cartelle cliniche di tutti i ricoverati nei due reparti.

L’opposizione

Alla richiesta si erano opposti il pm Alessandra Russo e le parti civili. E la Corte non l’ha accolta. Ritenendola non essenziale ai fini del decidere, ha disposto in via autonoma la perizia collegiale per accertare, e senza contraddizioni fra consulenze dell’accusa e di parte, se effettivamente le morti siano riconducibili alla somministrazione non prescritta di benzodiazepine.

La prossima udienza

I farmaci controindicati furono rinvenuti nei corpi delle due donne in sede di autopsia a riscontro di quanto avrebbe confessato l’imputato agli psichiatri che lo avevano in cura. Il prossimo 7 novembre sarà conferito incarico ai periti. Poi, solo dopo il deposito della loro perizia, i nuovi esperti saranno sentiti. Al termine di questo supplemento istruttorio, si passerà alla requisitoria.

I domiciliari

Villani Conti è accusato di duplice omicidio. Nel frattempo è stato posto agli arresti domiciliari. È difeso dagli avvocati Erminia Villani Conti, Francesco Calabrese e Salvatore Liotta. L’accusa, si ricorda, sostiene che l’imputato abbia progettato gli omicidi, che si sarebbe procurato i farmaci in ospedale senza prescrizione e li avrebbe inoculati alle due pazienti. E il gip, nell’ordinanza, definì “fatti certi” le confidenze agli psicologi, la presenza nei turni di notte, la presenza dei farmaci controindicati e, ovviamente, il decesso delle due pazienti.

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