Catania, maxi sequestro da 25 milioni per i "signori del gasolio"

Maxi sequestro da 25 milioni per i “signori del gasolio” NOMI

Un reticolo si società. Gasolio dall'estero senza pagare Iva e accise

PALERMO – Migliaia e migliaia di litri di gasolio sarebbero entrati in Italia dall’estero senza passare dall’Agenzia delle Entrate. Scatta un sequestro di 25 milioni di euro. A tanto ammontano le accise e l’Iva che i più noti imprenditori catanesi del settore avrebbe evaso ed omesso di versare. Il sequestro preventivo è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania Sebastiano Di Giacomo Barbagallo.

L’elenco degli indagati

Nell’inchiesta coordinata dai procuratori europei della sede di Palermo, Calogero Ferrara e Amelia Luise, risultano iscritti nel registro degli indagati, a vario titolo, Antonio Siverino, Francesco Siverino, Alfredo Liotta, Christopher Cardillo, Debora Sangrigoli, Pietro Bonanno, Nicola Amato, Alessandro Primo Tirendi, Roberto Domenico Tirendi, Gianni Luca Zizzo, Salvatore Giuffrida, Alessandro Spampinato, Valentina Aveni, Salvatore Gresta, Rosario Cristian Santoro, Vincenzo Zera Falduto, Dino Di Lorenzo, Daniel Francesco Salute, Emilio Romeo Liotta Guarnieri. Non per tutti, però, è stato deciso il sequestro dei beni. Alcune richieste non sono state accolte dal giudice.

I due gruppi del petrolio

Le indagini dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale e degli agenti dell’Agenzia delle dogane ruotano attorno a due gruppi, Siverino di Adrano e Tirendi di San Giovanni La Punta.

Il gasolio estero importato sottobanco proveniva da Germania, Slovenia, Repubblica Ceca, Romania e Austria. Una volta giunto in Sicilia il combustibile veniva stoccato e miscelato, infine piazzato attraverso alcuni procacciatori di affari e distribuito grazie a una rete di autotrasportatori nei depositi di Catania, Palermo, Enna Veleggio sul Mincio, in provincia di Verona.

Una parte del gasolio ad uso agricolo sarebbe stato “allungato” con oli esausti. Tra tasse evase e scarsa qualità i prezzi praticati divenivano concorrenziali.

Molti degli indagati sono noti alle cronache giudiziarie. In un’altra inchiesta è stato ipotizzato che dietro alcune operazione commerciali ci sia stata la regia mafiosa dei Laudani.

Le società e i sequestri

Questo l’elenco delle dieci imprese colpite dal sequestro, le rispettive cifre e gli indagati a cui fanno riferimento: 11 milioni “Sl Group” (che fa capo ai Cardillo e ai Siverino), 3 milioni “Sive Group” (Liotta e Siverino), 3,8 milioni “Gold Groups” (Sangrigoli e Sverino), 1,8 milioni “Buy ans Sell Group” (Bonanno e Siverino), 750 mila euro “Di di Amato Nicola” (Amato e Siverino), 150 mila euro “Di di Tirendi Roberto Domenico”, 106 mila Sicilfuel (che fa capo a Roberto Domenico Tirendi), 1, 1 milioni di euro “G&G” (Gresta e Santoro), 650 mila euro “Petrol car (Di Lorebnzo)”, 120 mila “Gas Fuel (Aveni), 2, 2 milioni “Astra petroli” (Falduto).


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