Catania, Librino in assemblea: un urlo di rabbia

Catania, Librino in assemblea: un (sacrosanto) urlo di rabbia

Problematiche quotidiane e urgenti di un'area troppo spesso dimenticata.
QUESTIONI IRRISOLTE
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CATANIA. “Dopo gli anni dalla pandemia, riprese le assemblee con i cittadini a Librino, che si sono riuniti per parlare dei problemi del quartiere e cercare soluzioni condivise dal basso”.  
Con queste parole chiave si è svola ieri l’assemblea pubblica voluta dal Comitato Librino Attivo per parlare del quartiere. Ospitata al Campo San Teodoro gestito dai Briganti Rugby Librino. I cittadini del popoloso quartiere hanno espresso le principali problematiche quotidiane e urgenti di un’area spesso dimenticata che di Catania è parte integrante e, come ricordato più volte nel corso dell’assemblea, l’area sia destinataria “di almeno 17 milioni di euro per il Pnrr”, come ricordato da Sara Fagone.  

I fondi Pnrr dovranno servire per realizzare infrastrutture, molte delle quali a completamento del vecchio piano di zona Librino. Un quartiere nato innanzitutto per dare una casa a migliaia di persone, case che oggi c’è persino chi rischia di perdere, come nel caso dei residenti del Bummacaro 3, palazzo assegnato ad agenti di polizia al centro di complesse problematiche burocratiche con un contenzioso tra la regione Sicilia e la ditta che ha costruito gli immobili, e che potrebbero perdere presto in quanto sfrattati. “Abbiamo anche parlato con il governo regionale senza trovare una soluzione”. Accanto a questo denuncia anche lo stato di degrado dell’area, con poca manutenzione, sporcizia e persino topi. “La manutenzione degli immobili poteva essere fatta partecipando a un bando pubblico nazionale per i fondi dell’Abitare. Lo ha fatto Iacp, ma non il Comune di Catania”, ricorda a riguardo Giusi Milazzo, segretaria regionale del sindacato degli inquilini Sunia”.  

Tra le problematiche emerse è certamente centrale la mobilità urbana, resa difficile dalle grandi distanze e dalla morfologia del territorio, ma soprattutto da “una rete di servizio di trasporto pubblico che non consente a tantissimi studenti, di andare a scuola a tre chilometri, ovvero in Corso Indipendenza. Se non possono accompagnarli in auto, devono stare almeno 2 ore all’andata e altrettante al ritorno. Problematiche identiche a quelle, e ormai sono “centinaia ogni giorno di chi alle scuole superiori a Librino ha deciso di andarci”, afferma Piero Mancuso, fondatore dei Briganti Librino, riferendosi ai due istituti omnicomprensivi Musco e Pestalozzi, che ospitano rispettivamente il liceo musicale artistico e coreutico, e l’istituto alberghiero. “Abbiamo delle eccellenze ma non esiste un mezzo che li porti fino a scuola. E qui al Campo giocano i ragazzini, e ci piacerebbe che questo impianto diventasse una cittadella dello Sport con i fondi Pnrr. Ma a cinquanta metri c’è una discarica. Questo non è tollerabile in una società civile”.  

Di situazioni “intollerabili” parlando un po’ tutti gli intervenuti, dalle discariche che vengono incendiate provocando inquinamento ai tombini otturati che provocano allagamenti, dalla differenziata partita male ai pali della luce che mancano o che non vengono accese soprattutto sull’asse attrezzato, si fanno segnalazioni ed email, senza risposta”. Il problema dei rifiuti non riguarda solo le discariche, ma anche l’inciviltà dei cittadini. Ma accanto a questa responsabilità personale vi è quella pubblica, evidente ovunque: “Abito a Librino da trent’anni, non ho mai visto rifare un marciapiede o la segnaletica verticale.  

Si è discusso delle spine verdi con parco Castagnola compreso che ancora non vede la luce perché lavorano a rilento. Sono state realizzate solo delle piste ciclabili, senza alberi o panchine. Tutto questo mentre un’altra area “prevista come parco già nel piano di zona, resta invece da bonificare per la presenza di una centrale Enel. I tralicci dell’alta tensione poi passano a pochi metri alle case e alle aree teoricamente destinate a bambini e anziani”, aggiungendo all’elenco anche un inquinamento elettromagnetico da monitorare.  

Tre le problematiche vi è inoltre il problema delle fognature: in gran parte nella zona “moderna” del quartiere, sono presenti, ma con una carenza di manutenzione gravissima, come in viale Librino, dove nei palazzi del civico 15 sono presenti tombini scoperti pericolosissimi. Fognature che non sono presenti però a San Giorgio e dove molti sono costretti ogni due mesi a chiamare la ditta per l’espurgo.  
Il tema del gas metano è emerso dagli abitanti del Villaggio Sant’Agata, zona ancora priva di rete nonostante sopralluoghi fatti più volte negli anni.  
I problemi emersi, come si racconta negli interventi, sono stati spesso denunciati, sia per i disservizi che per la mobilità, ma senza soluzioni definitive nonostante iter amministrativi e richieste formali più volte inoltrate agli organi competenti.  
Viviamo in una fase storica particolare, dove ci sono molti soldi e le amministrazioni non sanno come spenderli. Ai cittadini va quindi il compito di proporre come farlo, costringendo le istituzioni a occuparsi delle proposte avanzate dai cittadini. 

A conclusione dell’assemblea il Presidente Leandro Perrotta e tutto il comitato, vista la volontà degli intervenuti a proseguire un percorso, hanno dato appuntamento per una prossima assemblea alla presenza del commissario straordinario e nel frattempo si lavorerà e metterà su carta una proposta da inserire al finanziamento del piano integrato del PNRR. 


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