Sanità, voleva comprare l'area Razza: il dentista patteggia

Le intercettazioni del dentista che voleva “comprare l’area Razza”

Gli episodi ricostruiti dagli inquirenti

CATANIA – Inchiesta sulla sanità, il noto dentista Nunzio Campagna era stato intercettato mentre diceva di voler “comprare l’area Razza” con favori ad hoc, adesso ha scelto il patteggiamento, con una condanna a tre anni e 9 mesi. Sedici in totale gli imputati, sullo sfondo un sistema di favori “turbando” le procedure di selezione pubbliche.

Imputati e ipotesi

Tre episodi di “corruzione”, 14 di turbativa d’asta, cioè bandi pilotati, cuciti ad hoc. E nomi di spessore che compariranno davanti al Gup (tutti i nominativi in fondo all’articolo) nelle prossime due udienze calendarizzate a novembre. Tra loro anche Antonio Scavone, imputato nella veste di ex assessore alla famiglia e l’ex assessore alla Salute Ruggero Razza, accusati ciascuno per un episodio di raccomandazione: entrambi hanno ribadito di aver agito correttamente. Coinvolti anche pezzi da novanta del mondo sanitario ed esponenti dell’ordine dei medici. Con un filone che porta a Palermo.

Sanità, il sistema

Favori, bandi pilotati per favorire amici e parenti e, sullo sfondo, un ruolo determinante della politica. “Un inquietante contesto criminale”, come lo definì la Gip Simona Ragazzi, nel quale, metodicamente, senza remore o freni inibitori e con la facilità impressionante di organizzarsi in tempi brevissimi, si programmano e commettono reati”. Un “sistema di turbativa di selezioni di tipo clientelare e familistico – si legge negli atti – in spregio ai principi del buon andamento e dell’imparzialità della pubblica amministrazione”.

Le intercettazioni

Numerose le intercettazioni dei carabinieri. “Paola, l’imbroglio c’è! Non è che non c’è l’imbroglio! L’imbroglio c’è! Perché l’imbroglio c’è… Perché Aldo ha fatto il bando… in base a quello che è il tuo curriculum… Aldo il bando… la selezione…”. Nunzio Campagna parla con la figlia dopo il sequestro dei bandi da parte della magistratura. È il 30 settembre del 2021, in quel momento, “rivelava la sua consapevolezza dell’illiceità delle condotte da loro attuate, lo schema usato, intanto per far ottenere alla stessa l’incarico nel progetto”. Medici e politici avrebbero “ritagliato” un bando sul curriculum dell’interessata. Solo uno dei 14 bandi “truccati”, a prova della “connivenza”, secondo gli inquirenti, dei responsabili scientifici dei progetti: Sebastiano Ferlito, Alberto Bianchi e Giuseppe Arcidiacono. Quest’ultimo volto noto del mondo politico e aspirante candidato di Fratelli d’Italia al Comune di Catania.

Un “do ut des”, favori in cambio di favori. I figli di Ferlito e Arcidiacono, ricostruiscono gli inquirenti, “otterranno a loro volta l’indebita utilità consistita nel conseguimento di un incarico”.

Le turbative dei bandi

Sanità, il sistema dei favori avrebbe consentito di alterare numerosi concorsi, “predeterminando” le professionalità da inserire nei bandi, sulla base dei “desiderata espressi dai soggetti di volta in volta favoriti, in alcuni casi con aggiustamenti o integrazioni in corsa dei profili e dei requisiti”. Ezio Campagna, “grazie alla propria rete di relazioni”, sarebbe riuscito a interessarsi per far ottenere la laurea al marito della figlia, alla moglie e una seconda sempre alla stessa figlia. Solo una questione di potere e di rapporti, come nel caso del Cutgana, il centro universitario per la tutela e la gestione degli ambienti naturali, “dove si sono inficcati tutti quanti”. L’elenco delle mogli dei politici viene riscontrato, nome per nome, dagli investigatori. Parlando con Campagna, Aldo Missale, ai tempi funzionario amministrativo dell’Università di Catania, si ripropone di far nominare “un direttore a loro vicino”.

“Comprare” l’area politica

Per far funzionare bene il sistema, i medici puntano a trovare posti di lavoro per figure “gradite” ai politici, bilanciando anche i fondi da destinare agli “amici” di ciascuno. Ed è a questo punto che pronunciano il nome dell’ex assessore Ruggero Razza, quando Campagna e Missale parlano della “strategia da attuare”. Per ottenere il “sostegno politico ai progetti”, come ipotizzano i magistrati, Campagna e gli altri medici avrebbero riorganizzato le risorse. Si tratta di fondi pubblici.

Nunzio Campagna viene intercettato mentre parla con Missale dell’“esigenza di comprarci l’area Razza, poi tu ti devi trovare la soluzione tecnica, non è che qua poi tu…riduciamo Nicola economicamente. Ezio, fammici ragionare guarda, anche cinquemila (€ 5.000,00 ndr) me li tolgo io, li mettiamo su altre (inc.) non ti preoccupare cinque, cioè… no! gli togliamo un po’ di cose e li spalmiamo, hai capito?”. Missale svela l’intenzione di trovare un piccolo “interesse” per “l’amico” Nicola D’Agostino (non indagato), in quel momento componente della commissione sanità iscritto a Italia Viva. D’Agostino, un “rompicoglioni, non potrai corromperlo”. Lo scopo è quello di avere la sua “copertura”, per “un’area importante – dice Campagna – tu devi considerare che queste cosa passano in Commissione Sanità, io ne ho già due in commissione Sanità…io ci dico, dammi il nome e io poi me lo sistemo, hai capito? Perché una cosa è che glielo chiedo in amicizia, una cosa è che gli do il segnale, sempre politico è!”.

Il procedimento e gli imputati

Nunzio Ezio Campagna aveva chiesto il patteggiamento ai primi di settembre, insieme alla figlia e a Giuseppe Di Rosa. Gesualdo Antonio Missale e Calogero Grillo hanno fatto accesso al rito abbreviato. Ecco i nomi degli imputati nel procedimento davanti al Gup: le udienze sono state già calendarizzate. Si tratta di Alberto Bianchi, Filippo Di Piazza, Sebastiano Felice Agatino Ferlito, Calogero Grillo, Rosalia Maria Leonardi, Eugenio Pedullà, Ernesto Guido Rapisarda, Francesco Lo Re, e Daniele Sorelli. A loro si aggiungono l’ex presidente dell’ordine dei medici di Catania, Ignazio ‘Igo’ La Mantia e Giuseppe Arcidiacono, dirigente medico dell’ospedale Garibaldi ed esponente di FdI.


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