Seggio Ars conteso da Adorno e Ardizzone: deciderà un valutatore

Catania, seggio conteso da Adorno e Ardizzone: deciderà un valutatore

La partita all'interno del M5s

CATANIA – Sarà un “valutatore” a stabilire chi ha preso più voti tra la deputata Ars Martina Ardizzone del Movimento cinque stelle e la compagna di partito Lidia Adorno, risultata la prima dei non eletti alle Regionali del 2022. Così ha deciso il Consiglio di giustizia amministrativa per la Sicilia, che giovedì scorso ha ritenuto ammissibile il ricorso presentato da quest’ultima nel tentativo di ribaltare quanto deciso precedentemente dal Tar, che ha dato ragione invece alla parlamentare attualmente in carica. 

Adorno e Ardizzone

I numeri dicono che 1849 voti validi sono andati all’una e 1841 all’altra. Sono soltanto 8 quelli di differenza, pochi per non chiedere una verifica. Un check arbitrale, per utilizzare il linguaggio sportivo. Soprattutto quando si ritiene di aver raccolto un numero maggiore di preferenze. “Abbiamo riscontrato la presenza di numerosi errori di trascrizione, i quali hanno avuto effetti decisivi sull’esito finale. Tant’è che avevamo impugnato il verbale di proclamazione perché i numeri provenienti dai verbali davano ben altra somma”, ci dice Lidia Adorno spiegando le ragioni del ricorso.  

Adorno e Ardizzone, dunque. Due donne con una lunga militanza alle spalle. Sia all’interno del Movimento che trai i banchi dell’opposizione nei consigli comunali di Catania e Paternò. “Non c’è nessuna frizione con la collega Ardizzone: ci accomunano tantissimi temi e valori: in ballo però c’è il rispetto della democrazia e del corpo elettorale”, spiega Lidia Adorno, che in passato è stata candidata sindaco a Catania ed è stata il volto simbolo dei grillini a Palazzo degli elefanti. 

La replica. “Ritengo sufficienti i controlli già effettuati sul voto”, riferisce Martina Ardizzone a LiveSicilia. “Se il Cga ritiene che debbano essere verificati ulteriormente, per me va bene: mi fido ciecamente della magistratura”, aggiunge la deputata regionale senza nascondere una certa stanchezza. Ardizzone ci tiene però a gettare acqua sul fuoco e smentire l’ipotesi di frizioni interne. “Il Movimento cinque stelle è impegnato nel contrasto alle politiche del centrodestra e nella riorganizzazione territoriale. Indipendentemente dalla carica che ricoprirò – sottolinea – lavorerò agli obiettivi che ci siamo dati”. 

Non solo Adorno vs Ardizzone

Si tratta dell’ennesimo strascico giudiziario dell’ultima tornata regionale. Un esito carico di malumori e scontenti che ha riguardato sia le forze della maggioranza che le varie anime dell’opposizione a Palazzo dei Normanni. Il seggio dell’attuale assessore agli Enti locali, il neo Dc Andrea Messina, è stato confermato all’Ars dopo il ricorso presentato dal candidato Giuseppe Mistretta, quando erano solo 15 voti a separarli.

Esito differente per Davide Maria Vasta, eletto in Sud chiama Nord e attuale sindaco di Riposto, dichiarato ineleggibile sulla scorta del ricorso proposto da Salvatore Giuffrida, primo dei non eletti. Ma la vicenda non è ancora conclusa e si attendono ulteriori sviluppi in appello. Nel frattempo, Santo Primavera, secondo dei non eletti nel cartello che fa capo a Cateno De Luca, ha annunciato a sua volta ricorso contro Giuffrida. 

Da Fratelli d’Italia a fratelli coltelli. Un caso di presunta incandidabilità si è verificato anche in casa dei meloniani etnei. Con Carmelo Nicotra, primo dei non eletti, che ha avuto ragione in primo grado sull’elezione di Dario Daidone. Ed è anche in questo caso si attende che i giudici possano pronunciarsi definitivamente. Politicamente, però, la vicenda ha determinano una lacerazione che, stando ai beninformati, potrebbe portare allo strappo nei territori. 


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