CATANIA – Nega ogni responsabilità: Carmelo Distefano, imputato nel processo sulla sparatoria a Librino dell’otto di agosto 2020, si è tirato fuori da ogni accusa che lo riguarda sul conflitto a fuoco in cui morirono Luciano D’Alessandro e Vincenzo Scalia. Nel corso del processo Distefano è stato individuato come il reggente dei Cursoti milanesi all’epoca dei fatti.
Le accuse ai pentiti
L’udienza di stamattina sulla sparatoria di viale Grimaldi ha visto andare in scena proprio l’esame di Carmelo Distefano, interrogato prima dal pm Alessandro Sorrentino e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e poi dagli avvocati della difesa. L’uomo dei Cursoti è stato chiamato in causa dai fratelli Michael, Ninni e Martin Sanfilippo e da Davide Agatino Scuderi, tutti passati a collaborare con la giustizia, che ne hanno raccontato la presenza sul luogo della sparatoria tra Cursoti e clan Cappello.
Negando ogni suo coinvolgimento, Distefano ha messo in dubbio le rivelazioni dei pentiti e li ha attaccati, sostenendo che lo abbiano accusato ingiustamente.
Il processo
Con l’interrogatorio a Distefano si avvia alla conclusione la fase istruttoria del processo che ha ricostruito il pomeriggio di sangue di viale Grimaldi, in cui un gruppo di fuoco dei Cappello e uno dei Cursoti si scontrarono per strada e rimasero sul terreno due morti. Sentiti gli ultimi testi della difesa le udienze dovrebbero entrare nella fase della requisitoria del Pm, che potrebbe iniziare già a fine febbraio.