CATANIA- Catania trema. L’arresto di Giuseppe Virlinzi e del giudice della Commissione Tributaria Filippo Impallomeni sarebbe solo la punta di un iceberg. I magistrati lo hanno ribadito pubblicamente e adesso, a leggere gli atti di indagine, di cui Livesicilia è in possesso, sembra proprio che gli inquirenti siano arrivati a un livello altissimo: quello dei colletti bianchi intoccabili.
Un vero e proprio sistema -con nomi e cognomi- che si avvarrebbe di rapporti consolidati nel tempo, di tradizioni consacrate dal rito catanese dell’accesso agli alti ranghi della pubblica amministrazione, un sistema forte di un meccanismo ben lubrificato dai rapporti con la politica e l’imprenditoria che conta.
In molti si chiedono perché, allora, anticipare un’operazione colossale, con 5 arresti? La risposta è da ricercare nelle parole dei pubblici ministeri Michelangelo Patanè e Barbara Tiziana Laudani: non si poteva tollerare il tentativo di un giudice tributario di cambiare, dopo il deposito, una sentenza.
Un segnale, un sasso nello stagno catanese, dove sguazzano predatori e intoccabili.
TUTTI INTERCETTATI- La Guardia di Finanza catanese, guidata da Roberto Manna, in sinergia con la Procura, è riuscita a mettere a punto un sistema investigativo che ha pochi precedenti. La specializzazione nel perseguimento dei reati economici si è coniugata con un’elevata abilità investigativa. E qui è accaduto un episodio significativo. Il Gico della guardia di Finanza è stato guidato a lungo dal colonnello Ferdinando Mazzacuva, che ha conseguito risultati straordinari; al suo posto è subentrato, da due mesi, il capitano Paolo Bombaci, esperto di criminalità organizzata: è lui, insieme al capo della Tributaria Alberto Nastasia, il braccio operativo dell’operazione che ha condotto agli arresti di Virlinzi e Impallomeni. Per decriptare il “Sistema Catania”, i finanzieri e la Procura hanno coniugato, e stanno coniugando, le tecniche investigative tipiche della criminalità organizzata con le abilità nel decifrare i reati di tipo economico. Una macchina da guerra. Basta leggere l’ordinanza firmata dal Gip Marina Rizza per comprendere come, senza che gli indagati se ne rendessero conto, i finanzieri siano riusciti a piazzare cimici ovunque, dagli uffici alle seconde, terze auto, Impallomeni è stato intercettato in qualunque momento, anche quando riteneva di poter confidare, ad alcuni famigliari, quello che aveva fatto. E dopo mesi e mesi di indagini a Livesicilia risulta che la Finanza e la Procura siano in possesso di intercettazioni dei piani altissimi che governano la città, intercettazioni che aprono la strada a una nuova operazione che si concluderà nei prossimi mesi.
“ENNIO”- Tra le intercettazioni che possono essere anticipate in esclusiva, in questa fase, ce n’è una in cui il giudice Filippo Impallomeni parla dei suoi rapporti con “Ennio Virlinzi”, e dei rapporti tenuti “tramite La Rocca”, si tratta di Giovanni La Rocca, commercialista della Virauto arrestato ieri. La Virauto è il colosso dei Virlinzi che si occupa di autovetture e che sarebbe stato favorito dalla Commissione Tributaria. Ad essere arrestato insieme a La Rocca è stato Giuseppe Virlinzi, fratello di Ennio, titolare, appunto della Virauto. Il commercialista, secondo Impallomeni, farebbe da tramite tra lui e Ennio Virlinzi che, però, non è stato coinvolto nell’operazione di ieri della Finanza. Ma quali favori sarebbero stati fatti alle aziende dei Virlinzi? Il giudice tributario avrebbe redatto una sentenza -si legge nell’ordinanza di custodia cautelare- depositata il 2 luglio del 2015, fondata su falsi presupposti, accogliendo il ricorso della Golden Car in liquidazione contro l’avviso di accertamento Ires, Iva e Irap dell’agenzia delle Entrate di Catania “che aveva considerato incongruo, rideterminandolo, il costo dichiarato dalla Golden Car per i servizi prestati dalla società Gest Vir Srl, altra società riconducibile al gruppo Virlinzi”.
Il giudice avrebbe citato “massime che riguardavano casi concreti del tutto estranei alla questione oggetto di esame”, avrebbe sostenuto la “non rispondente al vero frettolosità con cui l’Agenzia delle Entrate avrebbe rideterminato il valore economico delle prestazioni rese dalla società di servizi, a fronte della dettagliata relazione invece offerta dalla stessa Agenzia”.
Nella qualità di presidente di Sezione, con una sentenza depositata nel 2012, Impallomeni avrebbe accolto i ricorsi tributari presentati col patrocinio di Giovanni La Rocca, lo stesso che avrebbe fatto da tramite, nell’interesse della Virauto Spa e della Ct Auto Spa, poi incorporata nella Virauto, “per il recupero del 90% dei tributi pagati negli anni ’90, ’91 e ’92 a titolo di Iva, Irpeg e Ilor rispettivamente per il documentato importo di 642.592 euro e per l’importo di 204.566 euro.
IL RIMBORSO PER IL TERREMOTO. “Due o tre anni fa c’è stata una sentenza, due sentenze a favore…e allora, secondo loro c’è questo collegamento, dice <ma questa macchina dov’è? Chi ce l’ha?>, era sisma 90, ne abbiamo fatte 2000, tutti quelli che hanno fatto domanda per avere rimborsati”.
Migliaia di pratiche per il rimborso dei contributi versati durante il terremoto di Santa Lucia, di 25 anni fa. Il giudice teme che le attenzioni degli investigatori si possano concentrare proprio su queste pratiche, ritenute legittime. Nelle quali ci sono le richieste di tutta Catania.
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