Catania, treni: su i biglietti, stessi problemi - Live Sicilia

Dopo il caro-voli, il caro-treni: “Aumentato il costo dei biglietti”

La denuncia del Comitato pendolari siciliani sull'incremento scattato il primo gennaio: "Non previsto dal contratto di servizio"

CATANIA – Un aumento dei biglietti non previsto dal contratto e un servizio ferroviario che rimane pieno di problemi, tra ritardi, servizi sostitutivi e mancato coordinamento: è la denuncia del Comitato dei Pendolari Siciliani, che chiedono alla Regione di revocare l’aumento del 10 per cento introdotto all’inizio di quest’anno e di migliorare il servizio complessivo su tutta la rete siciliana.

Gli aumenti

Nel contratto di servizio ferroviario firmato da Regione e Trenitalia, che copre gli anni 2017 – 2026, sono previsti tre momenti precisi per un incremento delle tariffe, ogni volta del 10 per cento: il primo gennaio degli anni 2020, 2022 e 2024.

Dopo l’aumento del 2020 la tariffa sarebbe dovuta aumentare il primo gennaio dell’anno scorso, ma già nel dicembre del 2021 la Regione deliberò di sospendere l’incremento previsto per il 2022. Nella delibera di giunta del 18 dicembre 2021 che autorizza la sospensione si legge che la stessa sospensione è autorizzata “compensando i minori ricavi con l’adeguata rimodulazione del Piano economico finanziario che sarà definito prossimamente con Trenitalia”.

Il 2023

Un anno dopo, la Regione decide di aumentare il prezzo del biglietto del 10 per cento a partire dal primo gennaio 2023. Decisione che accende le proteste dei pendolari e delle associazioni dei consumatori, che sostengono che a questo punto si dovrebbe aspettare il 2024 per un eventuale altro incremento: “L’incremento entrato in vigore dal 1 gennaio 2023 appare del tutto inatteso – spiegano Giosuè Malaponti del Comitato Pendolari Siciliani, Luigi Ciotta di Sicilia Consumatori e da Roberto Di Maria, responsabile trasporti Adoc Sicilia – dal momento che ci si sarebbe aspettato l’arrivo del 2024 per il successivo incremento dei prezzi. Ci si chiede, peraltro, cosa avverrà il prossimo capodanno, quando magari si penserà bene, alla luce del contratto di Servizi, di applicare il terzo incremento previsto”.

Come specificato in un’altra nota, per il Comitato pendolari siciliani gli aumenti sono possibili, da contratto, solo negli anni 2020, 2022 e 2024: “Se non verrà revocato l’aumento di gennaio 2023 sarà il quarto, pari al 37,5 per cento che i pendolari e l’utenza si trovano a dover pagare”.

Il servizio

L’altra faccia della medaglia, denunciano le associazioni, è che a fronte degli aumenti il servizio ferroviario rimane lo stesso, senza nessun sensibile miglioramento. I treni per chilometro, si legge ancora nella nota congiunta delle associazioni di pendolari, sono sempre 10,9 milioni, con difficoltà su coincidenze e capienze: “Nulla si sa circa una razionalizzazione degli orari – si legge – che, lontani dal cadenzamento che caratterizza ogni servizio ferroviario che si rispetti, presentano combinazioni penalizzanti per i viaggiatori che si trovano regolarmente ad affrontare lunghe attese in stazione a causa di coincidenze inesistenti”.

A questo si aggiunge, denunciano le associazioni, la scarsa frequenza dei treni che finiscono per riempirsi troppo: “Gravissima, a tal proposito – spiegano – la situazione dei passanti ferroviari di Catania e Palermo, oltre che della Metroferrovia di Messina, dove il servizio assume un valore fondamentale in chiave urbana, ma viene mantenuto su frequenze inaccettabili, orari impossibili e fermate saltate per la presenza di incomprensibili corse veloci”. In più il biglietto integrato per il trasporto urbano tra i vari sistemi di trasporto “non esiste” a Catania ed è “poco appetibile” a Palermo.

Il monitoraggio

Una situazione che è riassunta anche dal monitoraggio che il Comitato pendolari siciliani ha effettuato su diverse linee ferroviarie dell’isola tra dicembre 2021 e giugno 2022, su cui sono stati registrati diversi ritardi. Sulla Messina-Catania-Siracusa, su 9428 treni totali 290 sono stati soppressi e 519 sono arrivati in ritardo, per un totale di 7848 minuti di ritardo. La Catania-Caltagirone, con un totale di 621 treni monitorati, ha visto 92 treni soppressi e 73 in ritardo, con 1286 minuti totali di ritardo. La Siracusa-Catania-Palermo, infine, su 1875 treni ha visto la soppressione di 120 convogli e il ritardo di 345, con 7192 minuti totali di ritardo.


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