C'è una casa che crolla | Toh, è la mia... - Live Sicilia

C’è una casa che crolla | Toh, è la mia…

Viaggio nella palermo "sgarrupata"
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Sono fatiscenti e conoscono la storia della città vecchia meglio di chiunque altro. Sono talmente stanchi di stare in piedi che da un momento all’altro potrebbero decidere di accasciarsi, di lasciarsi cadere.  Sono i quattrocentoottantadue edifici dichiarati ‘pericolanti urgenti’ dall’ufficio centro storico del Comune di Palermo. Cala, Carmine, Capo, Castro: questi i quattro quartieri in cui insistono le palazzine a rischio crollo. Edifici che nella maggior parte dei casi sono abitati. Da extracomunitari e da palermitani. Quelle strutture sono soltanto dei puntini rossi sulla mappa tracciata dai tecnici del Comune di Palermo. Provando ad avvicinarcisi di presenza, tutti questi puntini rossi prendono vita, diventano reali, spaventano nella loro evidente pericolosità che è lì, non riesce a nascondersi. C’è un intero isolato, per esempio, alla fine del mercato del Capo. Oppure la maggior parte delle casupole in via delle Case Nuove – nome, quest’ultimo che suscita un sorriso amaro nell’addentrarsi tra quel labirinto di stradine buie e per niente moderne –, a Ballarò, tra il vicolo Romito e il vicolo Madonna. Rossi. Pericolanti. Eppure abitati. Anche lungo corso Vittorio Emanuele, sono ben tre gli edifici che si affacciano sul Cassaro e che i tecnici hanno ritenuto ‘pericolanti urgenti’: la palazzina compresa nell’isolato tra via Montevergini e via del Collegio, l’edificio all’altezza di piazza Borsa, che fa angolo con vicolo Paterna, e la palazzina quasi di fronte a piazza Marina, ad angolo con via dei Chiavettieri. Quest’ultimo è in uno dei luoghi più frequentati da giovani e meno giovani nei fine settimana, o all’ora dell’aperitivo. Stesso pericolo ‘rosso’ per l’edificio che costeggia la ‘scalonata’ che da via Candelai porta a piazzetta della Canna, attraversata da tantissima gente, soprattutto nei fine settimana. Proseguendo l’escursione tra i vicoli della città vecchia, per dirla alla De Andrè, un luogo forse più ‘rosso’ degli altri è piazza Garraffello. Tutti possono immaginare, guardando i fatiscenti edifici che la delimitano, che questi siano stati dichiarati inagibili. Quel che, forse, è meno noto è che ad essere stata dichiarata inagibile è l’intera piazza. Ciascuna di quelle strutture è talmente pericolante e il rischio di crolli talmente alto, che non bisognerebbe neanche attraversare la piazzetta nel cuore della Vucciria. Com’è noto, invece, soprattutto in estate piazza Garraffello diventa luogo di ritrovo e discoteca all’aperto per centinaia di giovani. C’è anche qualche mosca bianca: la mappa ripescata dall’ufficio centro storico del Comune risale, infatti, al 2008. Succede quindi, come nel caso di una palazzina in prossimità di piazza Garraffello, di scoprire che, per quanto quell’edificio fosse indicato in rosso nella mappa comunale, sia già stato messo in sicurezza dai proprietari. Dopo la tragedia di Favara (nella foto) che ha riempito le pagine di cronaca della scorsa settimana e il crollo di alcune case a Calatafimi Segesta, avvenuto soltanto ieri, si parla sempre più spesso dell’emergenza legata al rischio di cedimenti strutturali. E attenzione: su Palermo si parla di quasi 1600 edifici pericolanti (di cui ‘soltanto’ 482 dichiarati urgenti) esclusivamente nell’area del centro storico. Altra valutazione andrebbe fatta invece sulle borgate, da Sant’Erasmo all’Arenella, da Borgo Vecchio a Brancaccio, dalla Noce alla Zisa. Insomma, non si può fare una stima complessiva su tutta la città. Quel che è certo è che la situazione in cui versa il centro storico del capoluogo dell’Isola, tra i maggiori d’Europa, è grave. E adesso è anche nota. Ci si augura solo di non veder versare a nessuno, a posteriori, le tanto amare lacrime di coccodrillo.

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