Cellulari e pillole per il sesso: i segreti di Messina Denaro

Cellulari e pillole per il sesso: i segreti di Messina Denaro

Cosa c'era nel covo e cosa hanno trovato addosso al latitante

PALERMO – Alcune cose descrivono la personalità e le abitudini di Matteo Messina Denaro, altre potrebbero svelare i suoi segreti. Sneakers griffate, scarpe Prada, abiti e profumi di lusso, cosmetici e gli immancabili occhiali Ray Ban, ricevute di ristoranti, pillole per potenziare le prestazioni sessuali, profilattici. Di cose nel covo di Matteo Messina Denaro ne sono state trovate parecchie che conduceva una vita normalissima. Al momento non risulta, però, che nell’immobile vi fossero documenti particolari. Ed allora non si esclude che il latitante avesse la disponibilità di un altro immobile, dove magari conservare oggetti molto più preziosi fra cui documenti.

Al momento dell’arresto Matteo Messina Denaro aveva addosso un borsello. Dentro c’erano dei pavesini, una piccola rubrica e un telefonino. Un altro cellulare lo hanno trovato nella Fiat Bravo. Non è tutto: nel borsello c’era anche una chiave. Attraverso il codice elettronico sono risaliti al fatto che servisse per accendere un’Alfa Romeo. Il sistema “Mille occhi” collegato alle telecamere piazzate per le città italiane ha fatto il resto. È stata inserita la targa della macchina e si è scoperto che più volte era stata vista uscire dalla zona del covo di Campobello di Mazara.

È da qui che sono partite le indagini per ricostruire la rete di contatti e relazioni del capomafia trapanese arrestato ieri mattina nella clinica La Maddalena a Palermo. Tre pedine sono sotto osservazione. Innanzitutto l’autista che ha accompagnato Messina Denaro a Palermo. Giovanni Luppino è un perfetto sconosciuto. Cinquantanove anni, agricoltore, un uliveto e una piccola impresa. Gestisce insieme ai figli un un centro di raccolta delle olive poi rivendute lontano dalla Sicilia. C’è poi Andrea Bonafede, l’uomo che ha fornito l’identità a latitante, a lui era intestato il documento fornito in clinica, e l’appartamento di via CB 31 dove Il Padrino ha certamente trascorso gli ultimi sei mesi, forse un anno di vita. Al vaglio della direzione distrettuale antimafia di Palermo c’è poi la figura Di Alfonso tumbarello, il medico di base di Campobello di Mazara che ha fatto da filtro tra Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, e la struttura sanitaria palermitana.


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