C'era una volta il Foro Italico - Live Sicilia

C’era una volta il Foro Italico

Rifiuti, mancanza di vigilanza, impianto di irrigazione danneggiato e prato ormai allo sfacelo: ecco, oggi, come si presenta il Foro Italico anche per la scelta del Comune di Palermo di affidarlo in questi mesi alle "cure" del Coime. Un viaggio nel degrado di quello che una volta era il fiore all'occhiello della città. (GUARDA IL VIDEO)

degrado in città
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Il prato del Foro Italico

PALERMO – “Il prato del Foro Italico è completamente distrutto, bisogna rifarlo completamente. Non basteranno interventi tampone, bisogna chiuderlo e ricominciare da capo. Il rischio è di sprecare solo soldi”. C’è un misto di rabbia e tristezza nelle parole e negli occhi di Gioacchino Tortorici, dipendente Gesip e fino ad agosto coordinatore di servizio e responsabile del verde della Prima circoscrizione del comune di Palermo.

Un ruolo, questo, che lo ha portato ad occuparsi personalmente, per più di dieci anni, dello sterminato prato del Foro Italico, inaugurato nel 2000 dall’allora sindaco Leoluca Orlando, in occasione della conferenza internazionale dell’Onu ospitata nel capoluogo siciliano, e divenuto simbolo col tempo della rinascita della città. 45mila metri quadrati di verde, in riva al mare, con panchine e installazioni artistiche sul modello delle città più belle e famose del mondo. Il fiore all’occhiello di Palermo, che oggi si presenta però come un pugno allo stomaco.

Cartacce, posate di plastica, bottiglie di alcol e rifiuti di ogni genere invadono quello che resta del prato, in molte parti sostituito dal fango e dell’erba infestante e divenuto, specie negli ultimi tempi, rifugio di senzatetto che vi dormono o lo utilizzano come latrina a cielo aperto. Un degrado che salta subito all’occhio, appena si entra dal vialetto che parte all’altezza della Villa Giulia, dove ormai si calpestano rifiuti e lo zoccoletto in pietra risulta in molte parti rotto o divelto.

Per più di dieci anni la squadra di Gioacchino Tortoriciha curato il prato, lo ha pulito e lo ha preparato per le grandi manifestazioni come la visita del Papa. Ma da quasi tre mesi

Gioacchino Tortorici

non ci mette più piede, per i problemi della Gesip, e il risultato si vede. “Ogni mattina pulivamo il prato – dice Tortorici, che ci guida in un giro guidato del degrado – eravamo in otto, anche se a turni. E poi lo curavamo in ogni dettaglio: tagliavamo l’erba, impedivamo a quella infestante di crescere, regolavamo l’irrigazione in modo che ogni parte del prato avesse la giusta quantità d’acqua che è differente a seconda della zolla. Certe volte venivo qui anche di notte, per aggiustare l’impianto di irrigazione il cui gettito d’acqua, per sbaglio, andava sulla strada mettendo in pericolo auto e motociclisti. Ma adesso è tutto finito”.

Dal primo settembre, infatti, il Comune ha deciso di affidare la manutenzione del prato agli operai del Coime, l’unità di Palazzo delle Aquile composta oltre che da operai edili anche da una cinquantina di giardinieri. Che però, evidentemente, non hanno molta dimestichezza con i prati. Sul terreno è facile vedere i segni di un tosaerbe su cui sono state montato le ruote sbagliate, che lasciano strisce simili a quelle di un carro armato.

“Il prato bisogna saperlo tosare – spiega Tortorici, passeggiando e chinandosi sull’erba in modo da strapparne qualche ciuffo – se lo fa chi non se ne intende, come è stato fatto qui, l’unico risultato che si ottiene è il proliferare dell’erba infestante”. E in effetti solo vicino al grande ficus c’è ancora l’erba “all’inglese”: tutto attorno, dove non c’è fango, c’è erba giallastra, per l’appunto infestante. “Andrebbe prima fatta asciugare e poi tagliata – continua Tortorici – altrimenti si finisce con il farla crescere a dismisura”.

Ma i “danni” della cattiva manutenzione si scorgono soprattuttosull’impianto di

Gli irrigatori danneggiati

irrigazione. “Ogni venti passi c’è un irrigatore, noi piazzavamo delle bandierine in modo da evitarli tagliando l’erba. Ma evidentemente quelli del Coime non lo hanno fatto”. In moltissimi punti, infatti, degli irrigatori (“che costano 50 euro più iva l’uno”) non c’è più traccia, oppure sono stati rotti. E quelli rimasti intatti, sono stati spostati con il risultato di non irrigare a dovere il prato. “Dove mancano, si crea una specie di fontanella alta tre metri che crea solo fango. Altri, invece, non innaffiano adeguatamente perché sono stati spostati e quindi il gettito d’acqua non si innalza quanto dovrebbe. Altri ancora bagnano la strada, crando un serio pericolo per auto e moto”.

Il campo di beach volley è irriconoscibile: l’erba lo ha praticamente invaso, facendo scomparire la limitazione che un tempo creava la sabbia. Non stanno meglio i cestini, che traboccano di rifiuti, o le panchine, sporche e abbandonate. “Prima le pulivo io – continua Tortorici – compravo i detersivi di tasca mia e, con un attrezzo adatto sempre comprato da me, le curavo. Adesso non lo fa più nessuno”. E i rifiuti abbondano anche fra i massi e le rocce che proteggono il Foro Italico dalle mareggiate.

Per due mesi, inoltre, l’erba tagliata veniva accumulata in un punto vicino al mare. “Noi in due ore la toglievamo, qui invece sono intervenuti con un bobcat e hanno distrutto tutto, perfino lo zoccoletto in pietra. Guardate che sfacelo”. Il terreno, infatti, è pieno di solchi lasciati dalle ruote e tutto attorno è distrutto: perfino la base in cemento di un lampione non ha resistito al passaggio del mezzo.

I rifiuti al Foro Italico

Non se la passa meglio l’area destinata ai cani. “Non ci portano più gli animali, li lasciano nel prato senza guinzaglio o museruola – commenta il dipendente Gesip – e qui è tutto abbandonato. Perfino il rubinetto della fontanella non c’è più: prima lo sostituivo io, ogni volta che spariva, adesso non ci pensa più nessuno”.

Un degrado acuito anche dalla mancanza di sorveglianza o di bagni chimici, come di punti di ristoro. “Io non facevo il giardiniere, prima di entrare alla Gesip – conclude Tortorici – a mie spese ho fatto dei corsi di specializzazione e ho imparato sul campo. E mi fa male vedere il prato del Foro Italico ridotto così, solo perché il Comune lo ha affidato a persone non competenti. Ormai è tutto perduto: non basterà fare la risemina, saranno solo soldi buttati. Qui va fatto tutto da capo”.

 


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