C'erano una volta i francobolli - Live Sicilia

C’erano una volta i francobolli

Quando ancora c'erano lettere, c'erano pure i francobolli. Adesso mancano. Anche a Palermo.

PALERMO – C’erano una volta i francobolli. E le lettere di carta, quelle scritte in bella grafia per mettere nero su bianco solenni promesse d’amore o semplicemente per raccontare a un amico le ultime della propria vita. Ma oggi, al tempo degli smartphone e delle email, le lettere d’amore o meno sono merce sempre più rara. E con esse i francobolli.

Trovarli a Palermo può essere una pratica molto complicata. Lo ha segnalato a Livesicilia Giuseppe Li Causi. Un sabato di fuoco quello trascorso dal nostro lettore, che ha raccontato la sua snervante ricerca in tutta Palermo, nel disperato tentativo di spedire una lettera. Un’impresa che ha dato scarso esito, soprattutto nella zona di corso Calatafimi, via Marinuzzi corso Tukory e corso Pisani, dove dei francobolli non si è trovata neppure la traccia.

“Posta elettronica, social network ed sms – ha detto – sembrano aver totalmente sostituito la normale lettera tradizionale, proprio quella in cui si affranca il francobollo per infine spedirla nell’imbucalettere. La mia lunga ricerca – racconta – è terminata l’indomani, quando per vacanza mi sono trovato ad Agrigento. Il primo posto in cui sono entrato, ho potuto finalmente acquistare il francobollo e spedire la mia lettera”. Anche i tabaccai sono in difficoltà. Per rifornirsi di francobolli, infatti, dovrebbero fare file chilometriche negli uffici postali e attendere ore ed ore il proprio turno. Ma non solo.

“Su un acquisto di 70 euro di francobolli , – spiega Giuseppe Carnevale, titolare del tabaccaio Giglio Rosso di piazza Turba – abbiamo 7 euro di tasse dallo Stato e quindi non conviene fare un investimento di questo importo”. La situazione sembra invece migliorare percorrendo viale Strasburgo, via Ausonia, via Malaspina, piazza Ottavio Ziino e via Terrasanta.

“Mi dispiace constatare che Palermo sia spaccata in due – conclude Giuseppe Li Causi – . Esiste una Palermo di serie A e una di serie B, in cui la gente viene penalizzata anche quando deve semplicemente spedire una lettera. Mi auguro che la situazione cambi al più presto, che la gente torni a scrivere su un pezzo di carta e torni a sognare, come si faceva un tempo. Speriamo, almeno, che non spariscano per sempre anche carta e penna”.


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