PALERMO – La colonna che li riguarda è riempita da uno zero. Uno zero che significa una cosa molto semplice: nel bilancio della Regione, per loro, non c’è un euro. La Finanziaria-bis è arrivata in Commissione bilancio la settimana scorsa. Nei prossimi giorni dovrà approdare in Aula. Ma ha già perso qualcuno per strada. Addio al Cerisdi, all’Inda, al Coppem. Addio ai finanziamenti per alcuni dipendenti ex Eas, per il museo di arte moderna e contemporanea. E non solo.
C’è da stringere i cordoni della borsa. Non c’è alternativa. E questa manovrina, frutto della mega-impugnativa del Commissario dello Stato ha dovuto, in certi casi, chiudere i rubinetti a enti, associazioni e istituti. Oltre a ridurre sensibilmente gli stanziamenti per tutte le altre voci in bilancio. Il governo è dovuto intervenire soprattutto sul cosiddetto “allegato 1” della Finanziaria, contenente i finanziamenti per gli “interventi di spesa”. Una tabella inizialmente da circa 262 milioni, che l’esecutivo ha dovuto ridurre di oltre 100 milioni per far quadrare i conti dopo il passaggio al Fondo per gli equilibri di bilancio del mezzo miliardo complessivamente impugnato da Aronica.
Ma qualcuno, come detto, alla fine dei lavori del governo, si ritrova fuori da quel bilancio. Fuori dalla finanziaria bis. Fuori, insomma, dai finanziamenti regionali. Spesso unica o principale fonte di sostentamento. È il caso, ad esempio, del Cerisdi. Il centro studi di Castello Utveggio è stato nei mesi scorsi al centro di infuocate polemiche. Il presidente della Regione lo ha additato come uno dei simboli dello spreco, al punto da portare il presidente del Centro Adelfio Elio Cardinale alle dimissioni. “Alleluja” ironizzò allora Crocetta, annunciando l’azzeramento dei fondi previsti. Un azzeramento che poi non avverrà. Al Cerisdi infatti, la Finanziaria bocciata dal Commissario destinava circa 400 mila euro. “Questo centro – commentò allora Crocetta – gode di una protezione ampia e trasversale all’Ars”. Ma non supererà il secondo scoglio. Quei soldi, infatti, non ci sono più. Nella Finanziaria-bis, nel capitolo di bilancio destinato al Cerisdi, si trova solo un triste “zero”.
Stesso discorso per il Coppem, al quale nello scorso bilancio erano destinati quasi 700 mila euro per le spese di funzionamento (e relativi stipendi). Erano di appena 19 mila euro invece i fondi che la Regione aveva stanziato a favore del Museo di arte moderna e contemporanea di Palermo. Anche questa voce è stata azzerata.
Ma il governo è dovuto intervenire anche su settori “sensibilissimi” come quelli relativi alle istituzioni cattoliche o a quelli riguardanti i disabili. Saltano, infatti, i quasi centomila euro stanziati in tre distinti capitoli di bilancio riguardanti sostanzialmente le agevolazioni per l’inserimento lavorativo dei portatori di handicap.
Non ci sono più in bilancio, poi i 74 mila euro che la Regione aveva inizialmente previsto per la convenzione con l’Agea, l’agenzia che si occupa delle erogazioni per gli agricoltori. Nel frattempo, però, l’Arsea, ente regionale che dovrebbe subentrare a questa agenzia nazionale, fino a poche settimane fa era sostanzialmente un guscio vuoto. E per gli agricoltori scompaiono anche gli indennizzi per eventuali danni arrecati alla produzione agricola.
Nella nuova manovra, poi, scompaiono la bellezza di 600 mila euro inizialmente destinati agli “enti morali ed ecclesiastici”. E ancora, il governo è intervenuto su un centinaio di capitoli di quell’allegato, azzerando tantissime altre voci. A cominciare da quelle che fanno capo alla presidenza della Regione per la partecipazione al Consiglio dei Comuni d’Europa, e soprattutto i 400 mila euro destinati alle organizzazioni di enti locali che lavorano nell’ambito dell’Unione europea. E a proposito d’Europa, azzerati anche i capitoli di bilancio con i quali la Regione avrebbe dovuto pagare gli stipendi degli esterni dell’Ufficio di Bruxelles. Un ufficio che il governatore ha voluto fortemente rilanciare fin dal suo insediamento. Saltano i 148 mila destinati al personale impegnato nelle attività di Protezione civile. Zero euro all’Università Kore di Enna e agli enti parco.
Azzerati anche tutti i capitoli di bilancio destinati al sostentamento delle compagnie teatrali siciliane, all’Inda di Siracusa, oltre a quelli indirizzati alle società sportive che partecipano a campionati di massima serie. Zero, anche per loro. Infine, nessun euro per medaglie commemorative, premi e onorificenze varie, per gli interventi di “tutela della maternità” nelle famiglie povere, e a scuole e oratori per il sostegno alle relazioni familiari.
Ma di fronte alla sparizione di queste voci dal bilancio, eccone altre fortemente mutilate. Dimezzate, per la precisione. Ridotte del 50 per cento le spese (da 600 a 300 mila euro) e gli investimenti (da 1,1 milione a 549 mila euro) per la prima assistenza e il pronto intervento in occasione di pubbliche calamità; per gli interventi di prima assistenza in caso di eventi calamitosi (da 2,5 milioni a 1,25 milioni); le spese per interventi urgenti di protezione civile e per quelli connessi a “emergenze infrastrutturali” relative ad acque e rifiuti (da 900 a 449 mila euro); quelli per le cooperative (complessivamente, per due voci, da 1,45 milioni a 724 mila euro); quelle per la manutenzione nei porti (da 500 mila a 249 mila euro). E ancora, dimezzati i contributi per Corfilac (da 1,6 milioni a 800 mila euro), Istituto incremento ippico (da 1,8 milioni a 900 mila euro), per i gestori delle riserve naturali (da 2,9 a 1,45 milioni). Metà dei contributi inizialmente previsti anche per il Fondo finalizzato a incrementare il “movimento turistico interno” (da 1,5 milioni a 750 mila euro) e per le manifestazioni “Taormina Arte” (a 350 mila) e “Orestiadi” di Gibellina (200 mila ). La Finanziaria mutilata è arrivata a Palazzo dei Normanni. E nel frattempo ha perso qualcuno per strada.