PALERMO – “Assistiamo oggi a un calo di tensione nella lotta contro la mafia. Si varano provvedimenti come quelli sugli appalti che allargano le maglie della discrezionalità, la pubblicistica privilegia il gossip piuttosto che la ricerca della verità su complicità e collusioni, viene riabilitato un ceto politico che per quanto abbia scontato i suoi debiti con la giustizia non può tornare illibato. E’ come se Peppino Impastato e Giovanni Falcone fossero morti invano”. Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino.
“L’attuale clima – aggiunge Mannino – ci preoccupa, la mafia è entrata in tanti settori economici, dai rifiuti alla sanità, anche grazie a un ceto politico se non colluso compiacente. I fatti ma anche le dichiarazioni di esponenti politici e delle istituzioni rivelano un degrado morale che va contrastato”.
“È necessario dunque che le forze democratiche e antimafiose della Sicilia – sottolinea Mannino – tengano accesi i riflettori su quanto accade e non consentano che sui temi della legalità e delle azioni contro la criminalità organizzata si stenda il velo dell’oblio”.
Mannino sottolinea la “necessità di una Sicilia libera dai condizionamenti mafiosi in economia, nel lavoro e nelle istituzioni. Libera dal malaffare che la sta strozzando e che le impedisce di progettare il proprio futuro”. Da parte di Mannino anche la richiesta di vedere “svelate le reti di complicità e di corruzione che favoriscono gli interessi mafiosi, a cominciare da quelle che hanno consentito gli affari di Messina Denaro. È questo che ci interessa sapere: con chi faceva affari, su cosa aveva allungato le mani, chi glielo aveva consentito”.