PALERMO – Era convinto che fosse una mangiata fra amici. Lino Spatola scese di casa con un coniglio e una bottiglia di champagne per brindare. Era una trappola. Lo strangolarono e seppellirono il corpo a Villagrazia di Carini. L’omicidio viene ora contestato a Salvatore e Sandro Lo Piccolo, e ad Andrea Adamo.
Pipitone ha confermato, parola per parola, la ricostruzione di un altro collaboratore, Gaspare Pulizzi, inguaiando i tre boss che finora l’avevano fatta franca. Le parole di un solo pentito, infatti, non erano sufficienti per fare scattare le condanne.
Spatola, 72 anni, era un boss legato ai vecchi padrini di Cosa nostra. Rappresentava un ostacolo alla scalata al potere dei Lo Piccolo. Era considerato troppo vicino al capomafia di Pagliarelli, Nino Rotolo, che in quegli anni voleva eliminare i Lo Piccolo. E scattò il piano di morte.
Prima di lui un innocente perse la vita. Giuseppe D’Angelo fu crivellato di colpi nell’agosto 2006, mentre era seduto davanti a un negozio di Frutta e Verdura a Tommaso Natale. Lo avevano scambiato per l’anziano capomafia.
Sale così il numero degli omicidi svelati grazie alle dichiarazioni di Pipitone dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e dai carabinieri del Nucleo investigativo. I boss di San Lorenzo, leggendo il contenuto di alcune intercettazioni, si erano convinti del tradimento di Spatola che si era schierato con Rotolo e contro il rientro degli “scappati”, cioè coloro che avevano perso la “seconda guerra di mafia” e, per avere salva la vita, erano stati costretti ad emigrare negli Stati Uniti..
Per l’omicidio D’Angelo sono stati già condannati Gaspare Pulizzi, Francesco Briguglio e gli altri componenti del commando di morte: il neo collaboratore di giustizia, Antonino Pipitone, Gaspare Di Maggio, e i Lo Piccolo padre e figlio quali mandanti.
La morte dell’incolpevole pensionato non arrestò i propositi di vendetta. La mattina del 18 settembre 2006 Spatola, costretto ad andarsene in giro con una bombola di ossigeno per respirare, fu convocato allo svincolo autostradale Capaci -Isola delle Femmine. Pulizzi lo fece salire in sella alla sua motocicletta. Nei pressi del cimitero di Capaci Pipitone li attendeva in macchina. Lo condussero in una casa abbandonata di campagna dove ad attenderlo c’erano Sandro Lo Piccolo e Andrea Adamo. Fu quest’ultimo a strangolare Spatola con una corda. “Non aveva la forza di stare neanche in piede – ha raccontato Pipitone – era malato, aveva problemi di asma… aveva sempre il fiatone con l’asma… oltre l’età pure…”. Il corpo fu seppellito da Pulizzi in un terreno di fondo Pottino, a Villagrazia di Carini.