Che bello, ho dimenticato | il telefonino a casa... - Live Sicilia

Che bello, ho dimenticato | il telefonino a casa…

Vitogol ci racconta da par suo di quando dimenticò il telefonino a casa. Come fu felice, dopo un attimo di smarrimento, di averlo fatto. E come furono infelici coloro che lo cercavano.

Il sole non è ancora sorto su una giornata fredda e piovosa. Non c’è niente di meglio di una doccia calda prima di affrontarla. I pensieri si rincorrono mentre guardo allo specchio il mio volto già stanco che accoglie la candida carezza del pennello. Mando giù in fretta il primo dei miei cento caffè e sono già con la mente ai miei pazienti, agli studenti che chiedono di fare gli esami qualche giorno più in là, alle due riunioni di lavoro cui dovrò partecipare ai capi opposti della città in questa incombente giornata d’inferno. Arrivo in ospedale e passo il mio badge sotto il lettore: sono le 7 e 13. Mi infilo il camice e cerco nella borsa il cellulare. Il sangue mi si gela nelle vene: me lo sono scordato a casa, attaccato al caricabatteria. Oddio, e come si fa adesso ? Per un solo attimo penso di tornare a casa per riprenderlo. Desisto dall’insano proposito entrando in reparto, quando una donna attaccata a un respiratore mi ricorda che nella vita ci sono problemi più seri. Ma sì, chi se ne frega: si può vivere benissimo senza cellulare.

E poi, diciamocela tutta: io questi telefonini non li ho mai sopportati. Il telefonino è una porta spalancata tra il mondo e la tua esistenza. Chiunque può irrompere nella tua giornata in qualsiasi momento e senza preavviso. C’è chi esordisce con un “Dove sei ?”, domanda che mi irrita al solo sentirla. E poi ci sono quelli che ti usano la cortesia di chiedere “Puoi parlare ?” per poi ignorare regolarmente la risposta comportandosi come se tu fossi lì, fermo come un ebete, in attesa della loro chiamata. Le tue armi di difesa possono essere di tre tipi: o lasci squillare e “quello” ti sfinisce fino a quando non rispondi, o spegni il telefonino e “quello” riprende a scocciarti non appena lo riaccendi, oppure tagli corto, rispondi “Per ora non posso” e riattacchi. A quel punto, dopo qualche secondo, il telefonino ti annuncia l’arrivo di un SMS: “Hai proprio un caratteraccio :-(“.

Il telefonino è il mezzo con cui i genitori s’illudono di controllare i loro figli. I primi SMS partono già dall’età dell’asilo: “Dove sei ? Cosa fai ?”. Risposta: “Sto facendo le astine”. Sì, perché i bambini di oggi imparano l’uso della tastiera del telefonino prima di quello della penna e il T9 prima dell’ABC. Crescendo i figli, la domanda si ripete: “Dove sei ? Cosa fai ?”. Risposta: “Sono al catekismo nella kiesa delle Carmelitane Scalze”. E giù il primo Spritz dell’happy hour. Il telefonino fa strame della lingua di Dante, in cui la “k” non esiste e “perché” non si scrive (pardon, nn si scrive) “xkè”. Dopo l’avvento dei cicalini infernali che ti costringono, pena la perforazione del timpano, ad allacciare le cinture di sicurezza, il telefonino è la prima causa di infrazione al Codice della strada. Pare che stiano sviluppando una App che ti consente, mentre sei in auto e parli allo smart-phone, di svoltare dicendo “Destra, sinistra”. Cosicché potrai continuare ad usare ancor più liberamente la mano sinistra per il telefonino e la destra per il cambio.

Ah già, dimenticavo gli smart-phones e le loro Apps. Ce ne sono di tutti i tipi: per controllare il conto in banca, per scommettere, per sapere i risultati del campionato del Laos, per giocare da soli o in compagnia. Come fanno da qualche settimana mio fratello e i miei figli che si sfidano in appassionanti partite di Ruzzle, giochetto delle parole che prende per buone pure quelle che non esistono. Qualche mese fa ho ricevuto una chiamata da un amico catanese in trasferta che, giunto vicino al Palazzo di Giustizia, non riusciva ad andare in Corso Olivuzza, strada “sconosciuta al navigatore”. Ricordando mia nonna, secondo cui “Cu avi lingua passa ‘u mari”, gli ho risposto: “E tu dì allo smart-phone che si chiama Corso Camillo Finocchiaro Aprile”. Saranno pure smart, ma questi telefonini ci rendono deficienti. Non c’è niente da fare: proprio non li tollero.

Sono quasi le venti e la mia giornata di lavoro finalmente è finita. Torno a casa e il saluto di mia moglie mi annuncia il processo imminente: “Ma come ? Hai comprato il pane ? Ma se ti avevo mandato un SMS per dirti che lo avrei preso io”. Il blocchetto posto sul tavolino del corridoio contiene l’elenco dei testimoni d’accusa: tutti quelli che, stufi di sentirsi ripetere “Il cliente non è al momento raggiungibile”, mi hanno cercato al telefono di casa. Il mostro è lì, ancora attaccato alla presa e carico come un toro. Faccio appena in tempo ad accenderlo ed arrivano, oltre a quello del pane, altri cinque SMS più o meno uguali: “Ti ho cercato per tutto il giorno. Ti devo parlare”. I primi due scocciatori mi chiamano subito, grazie al dannato servizio “Chiama ora”. Richiamo il terzo che mi fa cadere le…braccia: “Ciao, volevo leggerti gli esami di mia madre. Ad occhio e croce, va tutto bene. Ma sai, meglio avere la conferma da te che sei medico. Allora: azotemia 35, glicemia 88…”. Giunto all’esame delle urine, dall’odore invariabilmente “sui generis”, non ce la faccio più e schiaccio il tasto rosso. Quello che chiude la chiamata, ché tanto si può sempre dare la colpa all’assenza di campo. Il telefonino squilla dopo cinque secondi e lo scocciatore riprende: “Leucociti 4.000, neutrofili 67%”.

Basta, non ne posso più. Sono colpevole e rendo confessione piena: mi sono macchiato di una colpa gravissima. Ho solo una richiesta da fare alla corte di amici, parenti, conoscenti e questuanti vari: siate clementi, risparmiatemi l’ergastolo. Disponetevi su due file, quelli della prima in ginocchio. E, mi raccomando: mirate bene al centro del petto e poi sparate. Oppure, xso x xso (come scrivereste voi), condannatemi all’esilio. Non merita di stare al mondo chi presume oggi di vivere senza un maledetto telefonino.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI