"Che fine ha fatto l'indagine | ispettiva del ministero sull'Inda?" - Live Sicilia

“Che fine ha fatto l’indagine | ispettiva del ministero sull’Inda?”

Palazzo Greco, sede dell'Inda (foto dal sito della Fondazione)

Interrogazione del senatore del Pd Walter Tocci, componente della commissione Beni culturali.

SIRACUSA – “Quali sono gli esiti dell’indagine ispettiva interna al ministero dei Beni culturali che hanno portato al commissariamento dell’ente? Il ministro ha mai chiesto al consiglio di amministrazione della fondazione di modificare il proprio statuto? Qualora rientri tra le sue competenze, il commissario straordinario non ritiene opportuno rimuovere, o quantomeno sospendere, i 2 dipendenti indagati dalla procura?”. E ancora: “È il caso, secondo il ministro, di chiedere il parere dell’Autorità nazionale anticorruzione?”. A 52esima stagione in corso, mentre la coppia di tragedie Elettra di Sofocle, e Alcesti di Euripide, miete un successo dietro l’altro (negli ultimi due giorni 11mila presenze, sold out e botteghini serrati), un’interrogazione parlamentare riporta l’attenzione sull’inchiesta che nei mesi scorsi ha scosso l’Inda (Istituto nazionale del dramma antico), fondazione che allestisce le tragedie classiche a Siracusa.

A presentarla il senatore del Pd Walter Tocci, membro della commissione permanente Beni culturali. È una interrogazione con richiesta di risposta scritta, presentata da Tocci nella seduta di giovedì scorso in Senato, cui il ministro Dario Franceschini è chiamato a rispondere. Nel testo dell’interrogazione si fa riferimento all’inchiesta giudiziaria che ha portato nel settembre del 2015 alla richiesta di rinvio a giudizio per otto persone (“tra cui due dipendenti dell’Istituto, per i quali ad oggi non risulta sia stato preso dalla fondazione alcun provvedimento di sospensione”, scrive Tocci).

Ma si fa riferimento soprattutto all’indagine ispettiva per conto del dicastero, all’esisto della quale il ministro Franceschini ha firmato il decreto di commissariamento della fondazione Inda, e nominato, il 5 febbraio scorso, l’attuale commissario straordinario, Pier Francesco Pinelli. In relazione a questo il senatore Tocci chiede al ministro Franceschini “quali siano gli esiti dell’indagine ispettiva condotta dalla dottoressa Maria Rosaria Barbera: in particolare, i malfunzionamenti e le criticità che hanno portato alla nomina del commissario straordinario; se il ministro abbia mai chiesto al Consiglio di amministrazione della fondazione di modificare il proprio statuto, considerato che proprio questo è stato identificato come compito prioritario del commissario e se, in caso di risposta affermativa, siano state accertate le inadempienze del consiglio di amministrazione”.

E infine “se il commissario non ritenga opportuno rimuovere, o quantomeno sospendere, i 2 dipendenti indagati dalla procura” e “se il ministro non ritenga necessario chiedere il parere dell’Autorità nazionale anticorruzione”. La risposta del ministro non è ancora arrivata, arriverà in forma scritta e sarà letta in aula e pubblicata sul sito del Senato. Qualche risposta da parte del commissario straordinario Pinelli potrebbe considerarsi contenuta nell’ultimo atto che ha contraddistinto il suo mandato.

Esattamente una settimana fa Pinelli ha nominato una commissione di esperti, un triumvirato “per la valorizzazione e il rilancio dell’Istituto nazionale del dramma antico” formato dal registra Roberto Andò, dal direttore generale della Treccani ed ex ministro Massimo Bray e dal professore ordinario di Filologia greca e latina all’università di Bari Luciano Canfora. Nell’annunciare l’iniziativa Pinelli ha ricordato che “il nuovo statuto dovrà essere proposto nella seconda parte dell’anno”. La commissione dei tre, infatti, avrà un ruolo consultivo e non farà parte della governance della Fondazione che sarà delineata, appunto, con il nuovo statuto.

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