Chiarastella: "Sono molto carico | Non voglio lasciare Agrigento" - Live Sicilia

Chiarastella: “Sono molto carico | Non voglio lasciare Agrigento”

Il capitano della Fortitudo Moncada, alla vigilia dell'inizio della preparazione per la nuova stagione, ha ripercorso le tappe della scorsa fantastica annata e ha ammesso di non aver mai avuto il minimo pensiero di andare via dalla formazione di coach Ciani.

basket - serie a2
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AGRIGENTO – Albano Chiarastella, cuore di capitano. Il giocatore argentino, divenuto uno dei simboli della Fortitudo Moncada Agrigento che ha sfiorato la miracolosa promozione in serie A, affida al sito ufficiale del club siciliano i propri pensieri, alla vigilia di una nuova stagione sotto la guida di coach Franco Ciani: “Quando sono tornato a casa ho raccontato un episodio accaduto in gara4: c’erano due tiri liberi per Torino, credo che li tirasse Giachetti… mi sono girato, ho guardato gli spalti e ho visto la gente impazzita, si vedeva che ci teneva. Vedere il palazzetto pieno è stata una gioia immensa, quest’anno vorrei che fin dall’inizio del campionato ci fosse così tanta gente. Il nostro presidente ha fatto investimenti importanti, ci saranno più posti al palazzetto e mi piacerebbe che molta più gente venga a vederci sia per le partite, che durante gli allenamenti. Io vorrei legarmi ad Agrigento il più a lungo possibile, non ho mai pensato di andare via. Tutto può succedere, ma se ci si sente bene in un posto, è inutile cambiare”.

Chiarastella, al ritorno ad Agrigento per iniziare la preparazione, ha avuto in mente una gara. Forse la più amara, ma sicuramente quella da cui ripartire nella nuova stagione, la quinta per lui in biancoblu: “La prima cosa che ho pensato è stata gara4 della finale playoff, un ricordo un po’ amaro perchè ci è mancato pochissimo per poter festeggiare. Però ho avuto una carica in più, ho tanta voglia di ricominciare per fare sempre bene. Quando torno a casa dalla mia famiglia, tutti mi dicono che quattro anni fa era impensabile sognare un traguardo così. Ma quando ci sono persone che amano quello che fanno, un po’ come me che amo questo lavoro e lo faccio con passione, tutto diventa più facile. Essere capitano ha significato molto quest’anno, mi sento di dover dare tanto ai miei compagni, sia in campo che fuori. Non parlo tanto, uso di più i gesti e i fatti, soprattutto con i più giovani. Mi sento importante, la cosa mi piace ma non mi metto pressioni addosso”.


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