“La fabbrica delle idee comunica che rimarrà chiusa dal 10 al 15 luglio e riaprirà il 16 luglio per effettuare la svendita totale di tutto il materiale, per cessazione definitiva delle attività”. Le parole sono sempre le stesse. Un disco che parte ogni volta che si compone il numero di telefono della nota azienda palermitana. “La fabbrica delle idee è diventato nel corso degli anni il punto di riferimento a Palermo e provincia per il fai da te, l’oggettistica, per la casa e l’arredamento”, si legge sul sito internet dell’attività, dove è scritto anche che “l’azienda si avvale della consulenza di personale qualificato e di grande esperienza”.
Personale che rischia di perdere il posto di lavoro. Già quattro componenti erano stati licenziati nel febbraio scorso, su un totale di 28. E per i 24 rimasti, alle porte c’è la chiusura del centro di via Lanza di Scalea. Mimma Calabrò della Cisl Fisascat fa sapere che “già nei mesi scorsi i dipendenti erano stati oggetto di procedure di mobilità”. E lunedì la Cisl Fisascat inoltrerà una richiesta di incontro all’azienda, per cercare di tutelare i dipendenti.
Ma secondo la sindacalista, Palermo non può più permettersi di lasciare senza stipendio i lavoratori: “In questa ecatombe economica, la nostra città non può perdere neanche un posto di lavoro. Eppure tutto ciò continua a succedere nell’indifferenza delle istituzioni e dei partiti, che non fanno nulla per invertire la rotta”. La Calabrò spiega che ai lavoratori “resta la deriva degli ammortizzatori sociali, che creano un effetto domino sul mercato del lavoro, se non si iniziano a portare avanti nuove progettualità”.