CATANIA – “Un edificio dalle grandi vetrate e davanti all’ingresso tre cassonetti per la raccolta rifiuti, in via Simeto all’angolo con viale Libertà. E’ questo lo stato in cui versa La Città della Scienza. Quell’edificio nascosto dai cassonetti potrebbe essere la porta d’ingresso per il futuro di Catania, luogo d’accesso per una città tutta nuova e da riscrivere in una zona che può essere volano di sviluppo: il quartiere tra corso Martiri della Libertà e viale Africa, tra le ciminiere e i caseggiati industriali che possono vivere nuova vita. E invece no, quella struttura in via Simeto resta così, abbandonata, ennesimo simbolo dello spreco di risorse pubbliche e rappresentazione plastica del posto in cui viene relegata la cultura nella nostra città: dentro ad un cassonetto”.
E’ la denuncia del deputato catanese del Pd, Giuseppe Berretta, su una delle più clamorose incompiute di Catania che ancora oggi resta chiusa, inaccessibile, nel silenzio generale. “La Città della Scienza avrebbe dovuto essere un Museo universitario della Scienza, l’unico da Napoli in giù, per ospitare isole tematiche su fisica, biologia, robotica, astrofisica e molti spazi interattivi, un luogo di apprendimento e di svago finalizzato alla promozione della scienza, un luogo di cultura e di turismo – spiega Berretta – Un museo realizzato con soldi di noi tutti, per l’esattezza con i fondi Pon Ricerca dell’Unione Europea 1994-1999, e poi 2000-2006”. Il progetto faceva parte di una delle 15 iniziative per Catania inserite nel progetto coordinato Catania-Lecce, piano per lo sviluppo di tecnologie informatico-telematiche per l’organizzazione di strutture avanzate per il recupero, la riqualificazione e valorizzazione dei patrimoni storico-culturali e scientifico-naturali delle Università di Catania e Lecce. Un progetto che ha portato a Catania complessivamente 33 milioni di euro.
“Nelle intenzioni doveva nascere un vero e proprio Science Centre come ce ne sono già nelle grandi capitali d’Europa, aperto a studenti, ricercatori, cittadini e turisti – prosegue l’esponente del Pd – Un assaggio di queste meraviglie, compresi giochi interattivi per i più piccoli, c’era stato nel 2008, con la mostra Start su scienza, tecnologia e arte”. “Per la Città della Scienza, costruita tra 2006 e 2008, sono stati spesi circa dieci milioni di euro ma la struttura è rimasta chiusa fino al marzo del 2012. Oggi è aperta a singhiozzi dalla Fondazione universitaria Cutgana, responsabile della gestione dal febbraio 2012. Numerose le inaugurazioni, la prima con l’assessore Zichichi, numerosi convegni, ma il suo vero scopo era quello di essere la punta di diamante del polo museale universitario di Catania” denuncia ancora Berretta. “E allora perché resta chiuso? Non ci dicano che mancano i fondi per aprirlo, siamo invece conviti che sia solo questione di scelte che gli Enti pubblici non sanno fare in sinergia. E purtroppo gli esempi sono tanti: non solo La Città della Scienza ma anche il Castello Ursino, i Parchi archeologici, i musei Belliniano e Greco, Casa Verga, il museo del Mare e tanti altri. Uno spreco di finanza pubblica enorme, un proliferare negli anni passati di molti progetti che hanno portato pochi se non nessun beneficio alla città e che soprattutto non sono stati quei moltiplicatori di reddito che qualsiasi investimento nella cultura dovrebbe assolutamente portare con sé – conclude Berretta – Noi siamo convinti invece che la cultura sia motore di sviluppo economico e sociale e per questo sarà mio dovere portare all’attenzione della Regione questa vicenda. Sono certo inoltre che il nuovo Rettore saprà affrontare questo grande tema trasformando questa ennesima incompiuta in una grande occasione di sviluppo. Io sarò al suo fianco”.