"Chiusa in casa da un mese| perché dò da mangiare ai gatti" - Live Sicilia

“Chiusa in casa da un mese| perché dò da mangiare ai gatti”

Livesicilia ha raccolto la testimonianza di Sonja de Aragon, 61enne psicologa belga, che lo scorso dicembre è stata aggredita solo perché dava da mangiare ai gatti randagi del suo cortile in un quartiere di Palermo. "Lascio la città che amo per l'indifferenza delle istituzioni".

la storia di sonja
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PALERMO – “Non avrò remore a svergognare Leoluca Orlando. Segregata in casa da un mese, sono stata minacciata, picchiata e il sindaco rimane indifferente, è una vergogna. Lascio Palermo, dopo averla amata per una vita intera”.

Parla così Sonja de Aragon, psicologa belga di 61 anni, che lo scorso dicembre – dice – è stata aggredita solo perché dava da mangiare ai gatti randagi del suo cortile.

Dopo tre denunce ai carabinieri e una quarta sporta per l’ennesima aggressione, l’unico dell’amministrazione comunale a darle sostegno è stato il presidente dell’ottava circoscrizione Marco Frasca Polara: “Sono andato personalmente a trovare la signora e mi sono reso conto che vive nel terrore, evita di uscir di casa per non subire le continue minacce. Le faranno visita gli assistenti sociali per darle il supporto necessario”.

La donna, infatti, vive da meno di un anno in un quartiere difficile di Palermo, nei pressi del mercato ortofrutticolo, in una palazzina fatiscente raggiungibile solo da un cortile interno in cui si affacciano una decina di case, altrettanto fatiscenti.

“Ho avuto un infarto l’anno scorso e sono ancora fisicamente debole, ma lo spirito non mi abbandona, se avessi potuto, sarei andata via subito dopo l’aggressione”.

A Livesicilia.it racconta ogni dettaglio della sua storia e ancora oggi non si rassegna, nonostante non possa più dar da mangiare ai suoi randagi.

“Hanno messo reti e grate alle finestre e hanno continuato a minacciarmi – racconta Sonja mostrando le finestre blindate –. Inutile controbattere che sono grate abusive e anche pericolose. Vivo – continua la donna mostrando il limitato panorama attraverso la rete – in un luogo che non rispetta nessuna norma antincendio o di sicurezza di base. Mi hanno picchiato perché lasciavo qualche croccantino su questa sorta di terrazza che, sotto gli occhi di tutti, viene utilizzata come discarica a cielo aperto”.

Palloni bucati, manici di scopa, sacchetti dell’immondizia stamattina marcivano sotto la pioggia e nessun gatto all’orizzonte.

“Ho girato il mondo per lavoro, ma Ustica e Palermo fanno parte di me da quando avevo quattro anni. Ho sempre difeso questa terra dagli attacchi esterni e dai luoghi comuni, ma forse, finora, avevo vissuto in un’altra Palermo. Quando per caso e per necessità – racconta Sonja de Aragon – ho dovuto prendere casa per risolvere i miei problemi di salute, prima sono stata truffata, poi mi sono ritrovata qui tra gente omertosa e chiusa nelle sue barriere mentali. E la cosa più dura da digerire è l’assoluto vuoto politico e amministrativo in cui bisogna cercare di sopravvivere”.

La psicologa belga racconta di aver tentato, dopo l’aggressione e le numerose denunce, di parlare con il sindaco Leoluca Orlando, senza esito : “Dopo gli articoli sul giornale – sorride Sonja tra il divertito e il costernato – l’unico segnale dalla segreteria del sindaco è stato l’invito per la presentazione del suo libro. Così, mentre Orlando scrive libri, la città è allo sbando, e in alcune zone è come vivere in uno Stato a parte, fatto di regole e poteri alternativi a quelli ufficialmente vigenti, una follia. Me ne andrò – conclude la donna – senza voltarmi indietro. E’ curioso, pensi di conoscere qualcosa da una vita intera, e invece, c’è ancora così tanto da imparare”.

Parla con rabbia, Sonja, così piccola, magra e stanca. Parla e il suo gatto salta sulla lavatrice e si accomoda sul davanzale, guarda dalla finestra, e ancora nessun gatto all’orizzonte.


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