"Ci urlavano froci, poi le botte": Palermo, il racconto choc del pestaggio - Live Sicilia

“Ci urlavano froci, poi le botte”: Palermo, il racconto choc del pestaggio

Parla una delle vittime dell'aggressione omofoba in pieno centro
VIA RUGGERO SETTIMO
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PALERMO – “Prima ci hanno offeso. Urlavano ‘froci, finocchi’. Poi hanno iniziato a picchiare”. Mattia (il nome è di fantasia ndr) è ancora sotto choc mentre racconta l’incubo vissuto due giorni fa a Palermo. Mezz’ora dopo la mezzanotte di venerdì. Mattia è appena uscito da un locale in via Mariano Stabile insieme ad altri cinque amici. Si incammina verso via Ruggiero Settimo. Sono in pieno centro, non in una via buia e defilata della periferia. All’incrocio fra le due strade si fermano a chiacchierare.

“Abbiamo visto avvicinarsi una mandria, un branco di ragazzini – racconta – hanno iniziato a offendere. ‘E allora?’, gli ho detto. Non volevo certo provocarli, ma fargli capire che le loro parole mi scivolavano addosso. Uno di loro si è avvicinato. Si è inventato frasi offensive che nessuno di noi ha pronunciato e ha iniziato a colpire un mio amico con dei ceffoni violenti. Poi si sono aggiunti anche gli altri. Colpivano, i miei amici cadevano e veniva colpiti di nuovo”. Mattia e un altro amico sono riusciti ad allontanarsi “per chiedere aiuto. C’erano altre persone che guardavano senza fare nulla. Se non fossimo stati in gruppo e in via Ruggiero Settimo, se ci fosse stata una sola persona o due, rischiavano di essere ammazzate senza che qualcuno alzasse un dito”.

“Per fortuna i soccorsi sono arrivati subito – continua il racconto – ma i ragazzi erano già scappati verso via Cerda. Uno di loro ci ha minacciato. ‘Vi sparo in bocca se parlate’, ha detto indicando qualcosa dentro un borsello. Lasciava intendere che avesse una pistola. Naturalmente non so se fosse vero ma ho ancora paura”. Nessun dubbio: “Bisogna parlare di quanto è accaduto, non possiamo subire la violenza. Poteva succedere a chiunque, dobbiamo fermarli”.

A indagare sono i poliziotti che stanno acquisendo le immagini delle tante telecamere che riprendono la zona dell’aggressione. Ad agire è stato un branco di giovani palermitani. Le vittime parlano di “sedicenni, appena maggiorenni al massimo”.


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