Rispondendo alle domande di sei magistrati di Caltanissetta e del Pm palermitano Nino Di Matteo, Massimo Ciancimino ha illustrato il contenuto di alcuni dei “pizzini” che aveva consegnato nel corso di un precedente interrogatorio, svolto a Palermo sabato 21 novembre.
In particolare l’attenzione del procuratore nisseno Sergio Lari, degli aggiunti Domenico Gozzo e Amedeo Bertone e dei sostituti Nicolò Marino, Luciani e Giovani Di Leo, si è soffermata sui riferimenti fatti a un senatore con il quale Provenzano avrebbe avuto una interlocuzione diretta, per ottenere qualcosa che potrebbe fare riferimento a una amnistia.
I magistrati hanno cercato di datare ciascuno dei tre bigliettini consegnati da Ciancimino junior e di ricostruire l’identità del senatore, di cui Massimo Ciancimino non ha comunque la certezza assoluta.
Il figlio dell’ex sindaco ha anche parlato di investimenti immobiliari, che sarebbero avvenuti negli anni Settanta e Ottanta da parte di imprenditori palermitani poi coinvolti in inchieste di mafia: tra questi ci sarebbe anche Antonino Buscemi, fratello del boss di Passo di Rigano Salvatore, morto alcuni anni fa mentre stava scontando una condanna.