Cinque volte grazie, Gianluca - Live Sicilia

Cinque volte grazie, Gianluca

La donazione degli organi del bambino salverà cinque vite. I riceventi si trovano a Bologna, Torino, Bergamo, Padova e Milano. Le fasi per l'espianto sono iniziate dopo il consenso della madre: "Il mio angioletto ha salvato tante vite".

PALERMO – Il cuore di Gianluca continuerà a battere. Il “sì” all’espianto degli organi da parte della madre, permetterà di aiutare ben cinque persone che in Italia, sono in attesa di un trapianto. Un gesto d’amore eterno, frutto di una scelta consapevole e generosa, maturata dopo i delicati colloqui con i medici e gli operatori sanitari dell’Unità operativa di Seconda rianimazione dell’ospedale Civico. Qui, il piccolo ferito dal padre poliziotto, Ivan Irrera, è stato trasportato d’urgenza dopo la tragedia in via P3 18, a Piano Stoppa. Stamattina il decesso.

Gli organi di Gianluca, adesso, salveranno cinque vite. L’espianto, le cui fasi sono iniziate di pomeriggio e vengono coordinate dal Centro Regionale Trapianti, prevedono anzitutto l’accertamento della compatibilità coi riceventi, riguarda cuore, polmoni, fegato e reni, destinati rispettivamente a pazienti che risiedono a Bologna, Torino, Bergamo Padova e Milano. Cinque vite, cinque persone in cui Gianluca rivivrà dopo che la sua breve esistenza è stata spezzata. Cinque “grazie” per riaccendere la speranza in chi potrebbe rischiare di perderla, ma che dopo questa tragedia ricorderà con amore e gratitudine immensa quei due occhi azzuri che il papà ha portato via con sé.

Dopo ventiquattro ore di agonia, durante le quali le condizioni del bambino di sette anni erano precipitate, è stata dichiarata la morte cerebrale: alle 9 di mattina l’encefalogramma era piatto ed è stato in quel momento che ogni speranza si è spenta. Poi, le sei ore di osservazione previste in questi casi: il piccolo è stato mantenuto in vita dalle macchine fino alla decisione della mamma e della sorellina. Madre e figlia, poco prima, erano uscite dal reparto in lacrime dopo la notizia comunicata dai medici, che sin da subito avevano sottolineato i gravi danni neurologici che il bimbo avrebbe riportanto in caso di sopravvivenza.

“Il bambino è giunto in gravissime condizioni – aveva spiegato Amerigo Stabile, capo dipartimento Emergenza e urgenza del Civico – . Sono state immediatamente stabilizzate le funzioni vitali e successivamente il bambino è stato trasferito in neurochirurgia per un intervento mirato a rimuovere frammenti ossei, ripulire l’area interessata e ricostruire la dura madre. L’intervento è tecnicamente riuscito – aveva precisato – ma la condizioni rimangono gravissime. Il bambino può morire nelle prossime ore o sopravvivere con quadri neurologici non chiari”.

Un quadro che non faceva essere ottimisti i medici e che ha fatto temere il peggio, per Gianluca, sin da subito. Nonostante il delicato intervento neurochirurgico eseguito al suo arrivo in ospedale, infatti, le lesioni al cervello rilevate erano state pesantissime. Il padre l’aveva colpito a distanza ravvicinata, sulla fronte, con la sua pistola d’ordinanza, una Beretta calibro 9: lo credeva morto. E invece il piccolo era gravemente ferito, così come la mamma l’ha trovato dopo essere corsa nella su stanza. Aveva sentito due spari, non credeva alle proprie orecchie. E credere ai propri occhi è stato ancora più difficile. Il marito, un agente della Squadra mobile, quell’uomo che aveva sposato da giovanissima e che era sempre apparso sicuro di sé ed equilibrato, si era ammazzato.

E l’aveva fatto stendendosi sul pavimento, con un colpo di pistola dritto verso la tempia. Un lago di sangue, le urla, il malore. Alla donna tremavano le gambe, girava la testa, il terrore l’ha avvolta. Ma ha avuto la forza di chiamare i soccorsi, di provare a strappare alla morte il suo bambino dagli occhi grandi e azzurri che col papà aveva un rapporto speciale. Non è riuscita a salvare una vita, ma grazie alla sua scelta, Gianluca ne salverà cinque.

 

 


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