CATANIA – Tutto quello che c’è dentro la Città della Scienza di Catania e che non avete mai potuto vedere: exhibit costruiti da ricercatori e artisti catanesi e di fama internazionale, cinque percorsi tematici pronti ad essere visitati e, ancora, documentari sulla produzione dello zolfo in Sicilia e sui grandi esperimenti scientifici realizzati nella nostra terra grazie ai Laboratori Nazionali del Sud INFN di Catania e persino esperimenti di produzione musicale attraverso la sonorizzazione dei tremori dell’Etna. Stamattina, nel corso di un seminario tenutosi ai Laboratori del Sud, a mostrare tutta la ricchezza chiusa a doppia mandata e inutilizzata all’interno di quello che doveva essere lo Science Center della Sicilia orientale è stato il professore Gaetano Foti, docente emerito di Fisica dell’Università di Catania e responsabile della fase di progettazione della Città della Scienza. L’ideatore del percorso espositivo dello Science Center etneo – insieme ad un team di ricercatori dell’Università di Catania – ha voluto dedicare un seminario, una sorta di visita virtuale, allo Science Center mai aperto per mostrare le opportunità di sviluppo che esso potrebbe offrire al territorio.
“Il materiale che ho utilizzato per organizzare le slide del seminario è stato esposto e visitato solo in occasione della mostra Start organizzata a Villa Zingale Tetto nell’ormai lontano 2008 – spiega Foti – quella che doveva essere un’anteprima è rimasta invece un’occasione unica”. “Quella mostra ospitò tremila visitatori in due settimane – continua Foti – secondo stime attendibili la Città della Scienza potrebbe ospitare settantamila visitatori l’anno e invece è rimasta chiusa sia per mancanza di fondi che per lotte accademiche. Penso che Catania non possa permettersi un tale spreco e per questo mi batto in prima persona perché la Città della Scienza sia aperta al più presto, magari puntando su un modello misto di gestione pubblico-privato così come accade a Londra, Berlino ed in molte altre capitali europee.”
Per convincere Università e privati a puntare decisamente sulla riapertura della Città della Scienza, il professor Foti sta provando ad innescare un circuito virtuoso di cui il seminario di oggi è solo una tappa. “Oggi al nostro incontro abbiamo avuto la presenza della delegata del Rettore alle strutture museali dell’Università, la professoressa Agata Copani – afferma Gaetano Foti – il prossimo incontro, che chiediamo di fare proprio a Città della Scienza, vedrà coinvolti gli imprenditori catanesi, cioè coloro che possono e devono finanziare luoghi come Città della Scienza ottenendone in cambio un ritorno d’immagine e, perché no, economico. Infatti – conclude Foti – anche la cultura scientifica se ben comunicata e venduta può essere un grande affare e una grossa opportunità di innovazione e crescita economica”.
Presente al seminario la delegata del Rettore per le strutture museali universitarie Agata Copani, che ha assicurato: “La città della Scienza sarà aperta in tempi brevi, il Rettore ha molto a cuore questo tema e siamo già al lavoro per reperire le risorse per la riapertura”. A chiudere il seminario è stato Daniele Sorelli, responsabile del movimento civico Io Cambio Catania che di recente ha denunciato lo stato di abbandono della Città della Scienza. “L’incendio della Città della Scienza di Napoli ha causato, giustamente, grandi reazioni di indignazione. La mancata apertura di quella di Catania deve invece suscitare vergogna in chi ha permesso che ciò accadesse. Noi di Io Cambio Catania abbiamo voluto che i cittadini sapessero che c’è una struttura che potrebbe portare lavoro, turismo e sviluppo e che invece rimane chiusa. Ci batteremo fino a quando non potremo finalmente andare lì, non per denunciare una inadempienza ma per visitarla aperta e funzionante come deve essere”.