PEDARA – Commercio, turismo e poche giornate di pioggia. Insomma, scorrono lisci i primi mesi da capo dell’amministrazione comunale del dem Antonio Fallica. Anche troppo, forse. “Essere stato vicesindaco mi ha aiutato moltissimo – dice a LiveSicilia –. Buona parte delle questioni già le conoscevo”. Intanto, sono rinviate a settembre le decisioni che contano. Questo in attesa di un autunno che rischia di essere se non caldo almeno imprevedibile e su più fronti. A partire dall’elezione del sindaco della Città metropolitana, che verrà votato dai primi cittadini della provincia etnea e dal plenum dei consiglieri comunali. “Vedo in maniera difficoltosa – spiega – che un sindaco possa gestire contemporaneamente due città. La figura del sindaco dei sindaci non mi convince affatto”.
Quella legge l’ha votata anche il suo partito. Come mai è così critico?
Semplice, la soluzione che è stata votata all’Ars, non è delle migliori. Gli incarichi devono essere uno alla volta. Le Città metropolitane avranno competenze non da poco e sarà difficile guidarle rimanendo al vertice del proprio comune. Francamente, più la città che si amministra è grande e più è difficile che si possa fare dell’altro.
Il suo predecessore, però, era contemporaneamente sindaco e parlamentare regionale.
In quel caso si trattava di due incarichi compatibili perché di diversa sostanza: quello del sindaco è esecutivo, mentre l’azione di un consigliere è consultiva. Il metropolitano, invece, è tanto esecutivo quanto un qualsiasi altro primo cittadino. Inoltre, gli eventuali conflitti d’interesse sono dietro l’angolo. Questo non va bene.
E allora?
Spero che al momento di eleggere il supersindaco emerga un ragionamento oculato, una logica di fattività.
Chi dovrà dettarla, i sindaci o i partiti?
Purtroppo la logica partitica avrà il suo peso. Ma i sindaci sapranno esprimere il proprio peso specifico. Questo glielo assicuro.
Ecco, veniamo al suo Comune. La convivenza con Forza Italia ha portato disagi?
Ma no. Sono molto contento invece della compattezza che l’intera maggioranza sta dimostrando in queste prime battute di mandato.
Che avete fatto finora?
Siamo riusciti a organizzare un’ estate pedarese di livello e in soli due mesi. Di questo devo dire grazie all’assessore Leonardo Laudani: con quel poco che avevamo, abbiamo fatto il massimo. La gente lo ha capito e sta rispondendo con una partecipazione straordinaria.
Intanto i cinque stelle si sono fatti sentire in Consiglio sulla questione viabilità. A che punto siamo?
Noi abbiamo svolto un ragionamento tanto sereno quanto produttivo. Ai commercianti abbiamo chiesto dei nominativi per sederci tutti assieme a un tavolo tecnico che prenderà il via lunedì e che avrà un mandato di due settimane per elaborare una proposta globale che tenga assieme le esigenze del turismo e del commercio. Si dovrà ragionare su tutto il paese e non soltanto su quei tratti stradali al centro del dibattito degli ultimi tempi.
Restiamo ai lavori del consiglio. Ultimamente, su provvedimenti addirittura che riguardano le imposte, avete incassato anche il voto della minoranza ad esclusione dei cinque stelle. Che succede, comandate a man bassa?
Comandare è una parola un po’ grossa. Vede, quando un’Amministrazione fa partecipe il Consiglio di tutto, può succedere che chi è stato eletto su altri fronti possa percepire una bontà d’azione. Ma non mi aspetto che sarà sempre così.
E con le fibrillazioni in casa Pd come la mettiamo?
Il partito è compatto.
Siamo sicuri?
Assolutamente.
Che fine ha fatto Anthony Barbagallo?
Sta svolgendo egregiamente il ruolo di parlamentare regionale. Sulle legge riguardante le acque pubbliche, ad esempio, è uno dei relatori. Ma sentiremo il suo nome anche per altre cose.
Interferenze, nostalgie?
È un pedarese come gli altri. Certo, è sempre pronto a darmi suggerimenti, ma è una persona intelligente e già in campagna elettorale aveva dato dimostrazione di aver mollato le redini dell’Amministrazione.