Lampedusa, arresti per la strage | Ecco chi gestisce gli sbarchi - Live Sicilia

Lampedusa, arresti per la strage | Ecco chi gestisce gli sbarchi

Uno dei tanti barconi carichi di clandestini

La Procura di Palermo ha emesso 9 ordinanze di arresto fra Roma e Agrigento. Non tutte, però, sono state eseguite. Qualcuno è riuscito a farla franca. I poliziotti hanno individuato coloro che avrebbero provocato l'ecatombe dell'ottobre 2013, quando più di 300 persone morirono a largo di Lampedusa. GUARDA IL VIDEO DELLA TRAGEDIA

OPERAZIONE DELLA POLIZIA
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PALERMO – “Inshallah”. Dio ha voluto così dicevano i mercenari di fronte alle decine, centinaia di morti e dispersi nei mari siciliani. Il servizio centrale operativo di Roma e le Squadre mobili di Palermo e Agrigento ricostruiscono i canali attraverso cui migliaia di disperati giungono sulle coste dell’Isola.

La Procura di Palermo ha emesso 9 provevdimenti di fermo fra Roma e Agrigento. Non tutti, però, sono stati eseguiti. Nelle file della banda composta da sette eritrei, un libanese e un sudanese, in quattro sono ricercati. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo – il procuratore aggiunto Maurizio Scalia e i sostituti Calogero Ferrara e Claudio Camilleri – hanno individuato i responsabili della tratta di clandestini. Coloro che gestiscono le rotte della speranza e avrebbero provocato anche l’ecatombe dell’ottobre 2013, quando 366 persone morirono a largo di Lampedusa. Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di essere umani.

È stata un’operazione complessa. I dialoghi intercettati sono stati tradotti dall’arabo. I disperati pagano da poche centinaia a migliaia di euro a secondo della tratta. Perché una volta giunti in Sicilia dal Sudan e dalla Libia i clandestini possono contare su un’organizzazione che offre loro riparo e poi li smista nel Nord Italia o addirittura in Svezia, Norvegia, Canada e Australia.

Una barcone pieno di disperati può valere fino a un milione di euro. Tanto che uno degli indagati poteva affermare, senza il timore di essere smentito, che “io la mia America l’ho trovata qua”. Una volta in Sicilia i migranti vengono stipati in magazzini affollati all’inverosimile. C’è chi procura loro passaporti falsi e chi organizza matrimoni di comodo per giustificare la presenza in territorio italiano. Due indagati sono in Africa, uno in Svezia e il quarto a Roma. Sono state svolte diverse perquisizioni e gli investigatori hanno sequestrato denaro in contante, documenti su trasferimento di soldi attraverso money transfer e altro materiale utile per le indagini.

Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi vi sono un cittadino etiope e uno cittadino sudanese, ritenuti, da tempo, tra i più pericolosi e importanti trafficanti di migranti. In particolare, è emerso che quest’ ultimo aveva il ruolo di raccogliere a Khartoum (Sudan), una consistente parte di migranti che venivano trasferiti, spesso con modalità vessatorie, a Tripoli (Libia), dove l’altro, dopo averli tenuti “segregati” in diverse abitazioni, di cui ha la disponibilità, li faceva imbarcare su natanti fatiscenti diretti verso le coste siciliane.

Le indagini sul tragico naufragio a Lampedusa il 3 ottobre 2013 hanno fatto scoprire agli investigatori ”continue violenze fisiche e reiterate torture che hanno subito numerosi migranti, nonché i ripetuti stupri, anche di gruppo, cui sono state sottoposte diverse donne”.

I cinque arrestati sono: Tesfahiweit Woldu nato in Eritrea, 24 anni, Samuel Weldemicael, nato a Segheneyti (Eritrea), 26 anni, Mohammed, Salih nato in Eritrea 24 anni, Matywos Melles, nato a Asmara (Eritrea), 47 anni, Nuredin Atta Wehabrebi, nato ad Asmara (Eritrea), 30 anni. Sono tutti residenti ad Agrigento. Sono ancora ricercati Yared Afwerke, nato in Eritrea, 24 anni, anche lui vive ad Agrigento, Shamshedin Abkadt, nato a Wukro (Eritrea), 29 anni e residente a Milano, Ermies Ghermaye, nato in Etiopia e domiciliato a Tripoli (Libia), John Maharay, nato in Sudan e domiciliato a Khartoum (Sudan).


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