Clochard ucciso: chi è il 16enne| La cerimonia laica, poi il corteo - Live Sicilia

Clochard ucciso: chi è il 16enne| La cerimonia laica, poi il corteo

Ieri la convalida del fermo, mentre i palermitani si preparano all'ultimo saluto per Aldo.

PALERMO – Da Ballarò raggiungeva il centro di Palermo in pochi minuti. Si recava spesso in piazzale Ungheria, anche insieme al cugino di 12 anni che è stato individuato ai carabinieri poche ore prima di lui. Una serie di immagini estrapolate dalle telecamere, la testimonianza di una donna e quella di un senzatetto serbo, si sono rivelate fondamentali per rintracciare il sedicenne rumeno accusato di essere l’autore dell’aggressione mortale ad Aldo il clochard.

Ieri il fermo è stato convalidato e il giudice ha disposto la custodia cautelare al Malaspina per il minore, che al gip ha confermato quanto confessato il giorno prima. Mentre la città si prepara ad abbracciare per l’ultima volta Aid Abdellah, che aveva scelto di vivere a Palermo insieme al suo inseparabile gatto Helios, si delinea il quadro delle indagini che ha condotto gli inquirenti al ragazzo.

Lui, già padre di una bimba di pochi mesi, si allontanava spesso da quelle casupole a pochi metri dal popolare mercato. Insieme al cugino più piccolo, sarebbe stato notati spesso dai residenti del centro città, al punto che una donna ne aveva segnalato la presenza proprio quella tragica sera. I carabinieri sono così risaliti al dodicenne, fermato e sentito al comando provinciale di piazza Verdi, dove è poi arrivato il ragazzo di sedici anni, che avrebbe dovuto aiutarlo con la lingua italiana. Quest’ultimo aveva addosso degli abiti che gli investigatori avevano già visto in alcuni frame dei filmati: i pantaloni e il giubbotto erano quelli indossati la notte dell’omicidio. E tracce di sangue erano presenti sulle scarpe.

La confessione ha poi permesso di ricostruire le fasi della drammatica aggressione: “Volevo i soldi, ma non credevo che l’avrei ucciso”, ha detto più volte il ragazzo. E invece, quel colpo che sarebbe stato sferrato con una spranga, si è rivelato fatale per Aldo. In questi giorni, fiori, lettere e messaggi rivolti al clochard amato da tutti, hanno “invaso” l’area sotto il portico che ha già il suo nome. Oggi la città lo saluterà per l’ultima volta, nell’ex chiesa di San Mattia dei Crociferi di via Torremuzza, alla Kalsa, poi il corteo raggiungerà piazzale Ungheria.

Si tratterà di una cerimonia laica, organizzata dal Comune e da un gruppo di commercianti della zona in cui l’uomo è morto. Inizialmente i funerali erano stati fissati nella chiesa di San Francesco di Paola, ma si è poi optato per una formula che rispettasse fino in fondo la sensibilità di Aldo, così come in molti avevano chiesto sui social.

Nelle ultime ore sono infatti nate diverse pagine dedicate al clochard su Facebook, compresa quella che invita i cittadini a prendere parte all’ultimo saluto. E non sono mancate le polemiche. “Abbiamo ritenuto giusto scegliere una cerimonia laica – si legge – perché dobbiamo rispettare fino in fondo quest’uomo e la sua identità. Lui era musulmano e non sarebbe stato corretto celebrare il funerale con un rito della nostra religione”. Per la giornata di oggi, infine, il sindaco Leoluca Orlando ha disposto che siano esposte a mezz’asta le bandiere negli edifici comunali e la presenza del gonfalone cittadino alla cerimonia.


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