Palermo saluta il clochard Aldo |"Preghiamo anche per l'assassino" - Live Sicilia

Palermo saluta il clochard Aldo |”Preghiamo anche per l’assassino”

Il padre spirituale della comunità ortodossa invita a pregare anche per il 16enne in carcere FOTO

Nell'ex chiesa dei Crociferi
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PALERMO – Una cerimonia interreligiosa per salutare per l’ultima volta Aldo, il clochard di 56 anni ucciso sotto i portici di piazzale Ungheria. Il feretro ha lasciato la camera mortuaria del Policlinico, dove a rendere omaggio ad Aid Abdellah sono stati i volontari degli Angeli della Notte insieme ad alcuni commercianti del centro città. I palermitani hanno affollato l’ex chiesa dei Crociferi di via Torremuzza, dove una grande foto di Aid Abdellah, insieme all’inseparabile gatto Helios, è stata posta dietro al feretro. Presenti la comunità islamica, la Consulta delle Culture. A celebrare, tra gli altri – padre Martinian della comunità ortodossa: “Dobbiamo pregare per il nostro Aldo – ha detto – ma anche per il fratello di 16 anni che ha fatto un grande errore anzitutto per la sua vita. Questo ragazzo nato in Romania, come tanti suoi coetanei che si trovano a Palermo non va a scuola, chiediamo al sindaco presente di creare spazi per questi giovani, che spesso compiono gesti assurdi, frutto del degrado”.

Ha proseguito padre Sergio Natoli: “Chi di noi non è rimasto profondamente toccato da quanto avvenuto? Credo che in questo momento la comunicazione, oltre ad essere diventata velocissima e planetaria, ci abbia reso più soli. Ci dobbiamo interrogare su come realizzare relazioni umane. Nelle istituzioni, nelle amicizie. Credo che tutti quanti noi dobbiamo saper gestire un’azione educativa volta a promuovere le relaziini umane. Non si può uccidere per 25 euro. Devono essere illuminate le menti degli educatori e di chi ha responsabilità civili. Ciò che è successo ha tolto il sorriso a tante persone”.

A intervenire, anche il sindaco Leoluca Orlando: “Questa tragica vicenda coinvolge tristemente tre cittadini europei e ormai a tutti gli effetti palermitani. Anzitutto Aldo, che aveva scelto di la nostra città, proprio in virtù del suo modo di vivere comunitario, poi i due minorenni romeni, anche loro qui in città da tempo. Siamo rimasti tutti sconvolti. Aid aveva scelto di vivere da solo ma di contribuire alla comunità. Una lezione per tutti, un insegnamento per ognuno di noi. Quello che è accaduto è frutto del degrado e della disperazione. Ci stringiamo ad Aldo, consapevoli che tanto si è fatto, tanto c’è ancora da fare. La nostra è una città accogliente, che non deve alimentare l’individualismo. Grazie a tutti coloro che hanno confermato la dimensione comunitaria di Aldo, che sarà per sempre presente a Palermo perché a lui sarà intitolato il porticato dove ha trovato casa e ha trovato, purtroppo, la morte”.


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