“Mi è mancato il lavoro sul campo, quello quotidiano. Mi è stato impedito di fare il mio mestiere in questa stagione. Il mio futuro immediato lo vedo in panchina. Se un giorno potessi tornare in Sicilia? A Palermo mi sembra poco probabile, a Catania chissà, ma adesso i rossazzurri hanno un grande allenatore…”. Stefano Colantuono è immerso nel calcio fino al midollo. Segue ogni partita, per passione, per aggiornamento, per lavoro (gli capita di fare anche il commentatore tv per Mediaset). Ricercatissimo dai media prima del derby choc di domenica scorsa, in quanto doppio ex, dopo lo 0-4 incassato dai rosanero è tra i più stupiti. “La sconfitta mi ha sorpreso per le dimensioni e perché in casa il Palermo aveva quasi sempre fatto bene. Sulla carta i rosanero erano favoriti, poi nel calcio ci può stare tutto, anche perdere un derby…”.
Lo sa bene lei che, anche se fuori casa, qualche anno fa ne perse uno per 5-0, da allenatore del Catania, contro il Palermo…
“Fu una botta niente male, fu complicato riprendersi”.
Ecco, come si fa?
“Non sto qui a dare consigli, ma è logico che se ne esce con il lavoro e la buona volontà. Capisco che quello che è successo rimarrà nella storia, ma il Palermo deve subito rialzarsi. Serve anche la maturità, da parte di tutti, di capire che nell’arco di una stagione una partita storta ci può stare. Certo è una sfortuna che sia successo nel derby…”.
Uno dei ritornelli che si sente a Palermo è che dal mercato, sia in estate che a gennaio, non sia arrivato un attaccante vero, un uomo d’area di rigore. Condivide?
“Forse è così, ma i numeri dicono che Cavani e Miccoli stanno facendo il loro dovere, anche se nell’ultimo periodo hanno rallentato un po’”
Tra squadra, società e ambiente sembra essersi creata una frattura…
“Per cominciare a stare tutti più tranquilli basterebbe vincere a Firenze, in una gara molto sentita dal pubblico di Palermo”.
C’è anche una certa rivalità fra i club, che aspirano a piazzarsi stabilmente dietro le grandi…
“La storia dice che la Fiorentina di Prandelli ormai c’è riuscita, da qualche anno i viola si possono considerare la quarta forza del campionato. Però la piazza di Palermo non ha nulla da invidiare a quella di Firenze e la società è economicamente forte come quella dei Della Valle. Il Palermo ha tutte le potenzialità per puntare in alto”.
E il Catania quanto la sta sorprendendo?
“Ha una filosofia diversa rispetto al Palermo, una gestione più oculata. Pulvirenti e Lo Monaco fanno un grosso lavoro. Hanno uno zoccolo duro e ogni anno puntellano l’organico con pedine mirate. Puntano anche su giocatori semisconosciuti e li fa esplodere”.
Un po’ come faceva Gaucci a Perugia?
“Per certi aspetti sì, ma quelli erano altri tempi, che non si possono paragonare con l’attualità”.
Il suo presente è un contratto con il Palermo agli sgoccioli. Come vede il suo futuro?
“In panchina ad allenare, com’è naturale che sia, perché questa è la mia professione. Sono reduce da stagioni positive e quindi ritengo di avere qualche possibilità. Dopo il buon lavoro all’Atalanta al Palermo credo di aver fatto bene. Sono stato esonerato quando eravamo sesti in classifica e poi richiamato quando la squadra stava precipitando. Considerati i risultati e i punti delle due mie gestioni credo che probabilmente il mio Palermo avrebbe lottato per la zona Uefa. In questa stagione, invece, mi è stato impedito di lavorare per le ragioni che tutti conosciamo…”.
C’è una nota polemica?
“Assolutamente no. Non finirò di ringraziare Zamparini per la chanche che mi ha dato d’allenare il Palermo, ma non lo ringrazio per avermi poi impedito di sfruttare al massimo questa opportunità, con i due esoneri”.
Insomma in futuro non ci sarà nessun suo ritorno di fiamma in Sicilia?
“Della Sicilia mi sono innamorato, trovando gente splendida ovunque. Ma è altamente improbabile che la mia strada e quella del Palermo si incrocino ancora”.
Allora si tiene una porta aperta per Catania?
“Lì chissà che non torni, prima o poi. Ma non è un discorso legato al presente o all’immediato futuro, visto che Zenga si sta dimostrando un ottimo allenatore. È giusto che Walter vada avanti e completi l’opera. In quella squadra si vede proprio la sua mano e la voglia di vincere che ha”.