Sulla questione delle intercettazioni audio del manager Antonio Scavone depositate ma non trascritte interviene il senatore Vladimiro Crisafulli (nella foto). Fra le intercettazioni ce n’è una in cui il maresciallo della Finanza, Federico Pioppo, denuncia la presenza di “elementi del clan Lo Piccolo nelle liste dell’Mpa”. Paolo Colianni, tirato in ballo, replica alle accuse.
Ecco la dichiarazione di Crisafulli: “Non capisco per quale regione l’onorevole Colianni, di fronte alle intercettazioni che riguardano il suo partito, non trova di meglio da fare che scaricare la responsabilità di scelte che, al contrario, gli appartengono per intero. Per quanto riguarda le persone che, a suo tempo, sono transitate dalle file dei DS a quelle dell’MPA, si tratta semplicemente di militanti e dirigenti che hanno deciso di fare una scelta politica e di appartenenza diversa, nei confronti dei quali non abbiamo espresso mai alcuna acrimonia e sui quali non abbiamo mai avuto motivo di dubitare. D’altronde se nell’MPA sono stati accolti a braccia aperte, si deve dedurre che neanche l’onorevole Colianni avesse alcun dubbio in merito”.