Bullismo, pugni in faccia| al compagno di classe - Live Sicilia

Bullismo, pugni in faccia| al compagno di classe

La mamma del bimbo ha denunciato l'episodio alla polizia.

CATANIA – Pugni in faccia, in testa e anche calci al fianco. E’ stato pestato da un compagno di classe mentre giocavano nel campetto di calcio. Mancava poco al suono della campanella. L’atto di bullismo è successo giovedì pomeriggio all’Istituto Giuseppe Parini di Catania, la mamma il giorno dopo ha presentato denuncia (contro ignoti) alla Polizia di Catania. Non è la prima volta che il figlio ha subito angherie (sia fisiche che verbali) da parte del ragazzino arrivato nella classe da soli due mesi. Il bimbo di 9 anni, dopo l’aggressione, è stato accompagnato dalla nonna e dalla zia al Cannizzaro di Catania dove i sanitari hanno consigliato una visita oculistica. Fortunatamente per il giovane alunno non è stato riscontrato alcun danno all’occhio, tranne un evidente livido nero.

Quel giovedì pomeriggio la giovane mamma ha lasciato il lavoro ed è corsa all’ospedale non appena ha ricevuto la chiamata della sorella. “Mi sono sentita malissimo – racconta ancora scossa dall’accaduto – In quei momenti non respiri più e non vedi l’ora di arrivare in ospedale e abbracciarlo”. Un incubo quello vissuto dal genitore che ora si interroga su quale messaggio deve trasmettere al proprio figlio. Perchè adesso deve insegnargli a difendersi da questo genere di attacchi. “Quali sono le parole giuste da dire a un bambino – si chiede – che prende botte e pugni con questa violenza?”. “Io non mi sento più sicura di lasciare mio figlio a scuola – si sfoga la mamma del bimbo aggredito – e un genitore mai al mondo dovrebbe provare paura a lasciare un bambino a scuola”.

Nulla da ridire sul lavoro svolto dalle insegnanti dell’Istituto Parini. “Io stimo profondamente le maestre di mio figlio”. La giovane mamma evidenzia “l’encomiabile” lavoro delle insegnanti dell’istituto Parini e lancia un appello alla Preside. “Le insegnanti devono essere aiutate e sostenute dalla preside, perchè le istituzioni danno i mezzi dietro una precisa richiesta. Ma se non ci sono le richieste gli aiuti non arrivano. In casi come questi, con bimbi particolarmente irrequieti, dovrebbe esserci l’analisi e l’intervento di specialisti competenti”.

 

 

 


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