Colpo al clan Santapaola - Live Sicilia

Colpo al clan Santapaola

Blitz della Dia a Catania
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Con la complicità di custodi del reparto necroscopico e di infermieri ausiliari che li informavano su persone che stavano per morire o già decedute erano riusciti a ottenere i monopolio assoluto della gestione del ‘caro estinto’ all’ospedale Cannizzaro di Catania. Per ogni ‘segnalazione’ l’informatore riceveva in cambio 200-300 euro. E’ l’accusa contestata alla ‘famiglia’ D’Emanuele dalla Procura etnea nell’ambito dell’inchiesta Cherubino della Dia che ha portato all’arresto di 16 su 18 indagati. Tra loro il capomafia Natale D’Emanuele, 70 anni, cugino del boss ergastolano Benedetto Santapaola, già detenuto per altra causa, e i suoi due figli: Antonino, di 36 anni, e Andrea, di 29, attualmente irreperibile. Le indagini della Dia sul monopolio del ‘caro estinto’ della ‘famiglia’ D’Emanuele hanno preso avvio dopo il ritrovamento, nel 2005, di armi nell’ obitorio dell’ospedale Cannizzaro che portarono alla ricostruzione delle dinamiche in evoluzione all’interno del clan Santapaola. Il meccanismo di quello che il procuratore capo di Catania, Vincenzo D’Agata, ha definito “l’immonda industria del caro estintò è stato ricostruito anche grazie alle dettagliate dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Secondo l’accusa é stato così possibile svelare il metodo da ‘monopolio’ sulle onoranze funebri che era basato su “una consolidata connivenza tra soggetti appartenenti al corpo infermieristico degli ospedali e l’azienda dei D’Emanuele”. Il capocentro della Direzione investigativa antimafia di Catania, Filippo Di Francesco, ha spiegato che “il gruppo agiva in maniera manageriale, con riunioni e meeting per stabilire la gestione operativa e la divisione degli utili della loro attivita”. Dai dati della Dia emerge che nel 2006 il gruppo D’Emanuele avrebbe curato 2.050 funerali nel Catanese, il 50% di quelli celebrati in tutta la provincia etnea. La Procura ritiene che il boss Natale D’Emanuele, indicato come il reggente del gruppo del Castello Ursino del clan Santapaola, “gestiva direttamente” gli affari e che dopo il suo arresto nel settore economico gli sarebbero subentrati i figli, Antonino, arrestato, e Andrea, attualmente irreperibile. Sulla famigli D’Emanuele sono in corso indagini patrimoniali della Dia.

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