PALERMO – E’ una delle feste più sentite dagli italiani d’oltreoceano, fatte di parate e iniziative in onore di Cristoforo Colombo, scopritore d’America, capace di attirare turisti da ogni parte del mondo e, perché no, anche i consiglieri comunali di Palermo. Sarà un “Columbus Day” particolare, quello del prossimo 12 ottobre, visto che a New York potrebbe volare anche una delegazione del capoluogo siciliano.
Il condizionale è d’obbligo, dal momento che la missione istituzionale non ha mancato di provocare polemiche e malumori che hanno spinto qualcuno a tirarsi indietro. Non che sia una novità: negli anni le istituzioni siciliane sono spesso state invitate negli Usa per vivere la giornata che celebra l’orgoglio italoamericano, con tanto di gonfaloni e fasce tricolore. Ma già da qualche tempo il consiglio comunale di Palermo disertava l’iniziativa.
I costi della missione
Quest’anno l’invito è arrivato puntuale e il presidente del consiglio, Giulio Tantillo, ha portato la proposta alla conferenza dei capigruppo: la delegazione iniziale doveva essere un po’ più folta, poi si è via via ridotta fino a cinque consiglieri, di maggioranza come di opposizione. Neanche troppo elevato il costo, pari a 2.500 euro circa a partecipante per quattro giorni: fondi del consiglio, peraltro da poco rimpinguati con 150 mila euro del bilancio, e quindi utili anche per le spese di rappresentanza.
La delegazione palermitana
Una missione istituzionale non troppo pubblicizzata, peraltro da organizzare in fretta e furia tra visti e passaporti, che non ha mancato di far storcere il naso a qualcuno, tanto che alcune forze politiche hanno declinato l’invito. Alla fine ad aver dato disponibilità sono stati in cinque (di maggioranza come di opposizione) sebbene alcuni, interpellati dal nostro giornale, abbiano risposto di averci ripensato per impegni personali o lavorativi. E non è escluso che la marcia indietro sia stata dettata anche dal possibile clamore mediatico.
“Il Partito Democratico ha già comunicato che non parteciperà – dice il consigliere Fabio Giambrone – e mi auguro che tutti i colleghi ci ripensino. La città può essere rappresentata dal sindaco Roberto Lagalla e dal presidente del consiglio comunale, mentre una delegazione di consiglieri, specie in un momento difficile come quello che tanti cittadini stanno vivendo, sarebbe inopportuna”.