PALERMO- Comincia il tour palermitano di Matteo Renzi. Il premier è arrivato in prefettura. Presenti molti sindaci siciliani. In prima fila, tra gli altri, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e il commissario dello Stato Carmelo Aronica .
Renzi è accompagnato dal ministro Poletti e dal sottosegretario Delrio. “Ai tempi dell’unità la Sicilia aveva il maggior numero di occupati in Italia, la fiscalità più bassa, era leader ad esempio nell’industria dello zolfo. La responsabilità di salvare l’Italia e del Sud non è dell’Europa, ma è solo nostra. Le elezioni Europee rappresentano uno snodo fondamentale. Il primo maggio è partita la garanzia giovani. Abbiamo scelto col governo di fare un minitour in tre capitali come Palermo, Napoli e Reggio Calabria. Questo governo non pensa che il Sud sia il problema dell’Italia”.
“Gli ultimi sette anni sono stati i peggiori per la spesa dei Fondi europei. Noi abbiamo lanciato il piano Garanzia giovani che coinvolge 29 mila ragazzi, dopo pochi giorni. Abbiamo aperto il sito e solo in Sicilia hanno aderito circa cinquemila giovani”. “Lo abbiamo approvato ieri in giunta” interviene il presidente Crocetta nel frattempo seduto in prima fila.
Renzi: “Oggi è il giorno zero. Mettiamo in mora noi stessi sui Fondi europei e quelli statali. Sono oltre 180 miliardi di euro da spendere. I soldi ci sono: vanno spesi e resi produttivi. La spesa di queste somme affronta ostacoli esogeni ed endogeni. Finché l’Europa calcola quelle somme all’ interno dei vari patti di stabilità, è un problema. Ad esempio una boccata d’ossigeno sarebbe data dalla decisione di escludere dal Patto le somme di cofinanziamento agli investimenti europei. Ma ciò è possibile solo con un’Italia autorevole”.
Renzi: “Ogni tre mesi chiederemo ai Comuni, alla Regione e alle categorie produttive, alcuni dati sulla spesa dei Fondi su alcune priorità. Intanto, sul numero degli asili nido, sul tempo pieno nella scuola, e sull’ inclusione dei giovani soprattutto su quelli delle zone maggiormente sottoposte al rischio criminalità. Quindi dovremo puntare sull’industria e sul turismo: non è possibile avere i numeri che abbiamo rispetto ai nostri ‘rivali’. Qualcuno oggi crede che l’Italia non possa che andare verso il fallimento. Altri pensano, e io sono tra questi, che questa sia l’ultima occasione. E se falliamo, la colpa del governo. Se il Sud non riparte la colpa è del Sud. Se la Sicilia dovesse fallire, la colpa sarà di chi la amministra, a tutti i livelli”.
Il premier Matteo Renzi ha appena lasciato la sede della prefettura dove ha incontrato rappresentanti delle istituzioni locali, imprenditori e sindacalisti. Il premier è adesso atteso in piazza Politeama per il comizio sull’elezioni Europee.