PALERMO- “A quarantuno anni dalla scomparsa, resta vivo il ricordo della figura di Paolo Giaccone, medico che ha sempre portato avanti il proprio mestiere con grande senso del dovere e che, davanti alla minaccia mafiosa, ha scelto la via del coraggio e della rettitudine. Per questa ragione, la sua condotta morale resta una significativa testimonianza di integrità e onestà intellettuale da trasferire alle giovani generazioni”. Così il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, ha ricordato durante la commemorazione a Palermo il professionista assassinato, a 53 anni, dalla mafia l’11 agosto 1982, tra i viali del Policlinico, intitolato poi a suo nome.
La mafia chiese a Giaccone, medico legale, di modificare una perizia sull’impronta digitale che incastrava il mafioso Giuseppe Marchese quale partecipante a una sparatoria con 4 morti a Bagheria nel dicembre 1981. Il medico si rifiutò.
“Paolo Giaccone rappresenta un punto di riferimento straordinario e importante della società civile che non si piega a compromessi di alcun tipo nello svolgimento della propria attività – dice il commissario del Policlinico, Maurizio Montalbano – Tutti i delitti di mafia sono esecrabili, ma l’omicidio di un professionista, di un professore di medicina legale incaricato di una perizia, non un magistrato o un appartenente alle forze dell’ordine, assume connotazioni peggiori. Giaccone, civil servant che ha posto la sua competenza e la sua professionalità al servizio della collettività, è un esempio di grandissimo valore etico. Un uomo divenuto eroe per la sua correttezza e onestà intellettuale”. (ANSA).