Commemorazione in via D'Amelio | Bindi: "I Borsellino non sono soli" - Live Sicilia

Commemorazione in via D’Amelio | Bindi: “I Borsellino non sono soli”

Leoluca Orlando e Rosy Bindi in via D'Amelio per la commemorazione della strage Borsellino (Foto Antonio Giordano)

La presidente della Commissione antimafia nel luogo della strage. Alle 16.58 il minuto di silenzio.

L'anniversario
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PALERMO – “Quella della lotta alla mafia negli ultimi 25 anni è una storia piena di contraddizioni, con molti risultati e molto lavoro da fare”: lo dice Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, in via D’Amelio per partecipare alle celebrazioni dell’anniversario della strage in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. “Anche oggi abbiamo risultati e partecipazione – dice Bindi – riguardo sia ai giovani, che alle attività di politica e istituzioni. Ma se guardiamo alla distruzione dei monumenti dedicati a Falcone e Livatino, capiamo che c’è ancora tanto da fare, perché nella migliore delle ipotesi gli autori sono inconsapevoli di quello che hanno fatto e della storia degli ultimi anni”.

Bindi parla poi delle indagini sulla strage di via D’Amelio: “Ha ragione Fiammetta Borsellino, in questo episodio della nostra storia ci sono troppi punti oscuri. Penso che si debba cercare la verità al di là dei dati processuali, e in questo la politica può fare di più. Per questo siamo qui oggi: per testimoniare alla famiglia Borsellino che non sono i soli nella ricerca della verità”. La guardia della lotta alla mafia deve, per Bindi, rimanere alta: “È vero che oggi la mafia spara meno, ma è anche perché trova più complicità”.

In via D’Amelio sono intervenuti anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, che hanno manifestato il proprio appoggio a Daniela Lo Verde, preside della Scuola Falcone in cui si sono verificati due atti di intimidazione nelle ultime settimane. “Venticinque anni fa i palermitani avevano paura e vergogna perché c’era la mafia e perché la mafia assumeva troppe volte il volto dello Stato, il volto delle Istituzioni – ha detto Orlando -. Oggi dopo 25 anni sono gli incivili che danneggiano le immagini dei martiri della giustizia ad avere vergogna e paura per il netto cambio culturale che ha assunto questa città. Palermo è profondamente cambiata, resta ancora però la ricerca di verità e giustizia. È certamente una vergogna che falsi pentiti, silenzi imbarazzanti e depistaggi abbiano, nei vari processi che riguardano la strage di via D’Amelio, impedito che si facesse verità e giustizia, finendo con il far passare una sorta di convinzione, che esiste una specie di sostenibilità giudiziaria che consente di colpire entro un certo livello. La sostenibilità giudiziaria, che di fatto si è realizzata in questi anni con i vari depistaggi e processi bis, ter con riferimento alla strage di via D’Amelio, rappresenta una sorta trattativa stato mafia strisciante che di certo offende i martiri della giustizia e offende il popolo palermitano, che ha dimostrato e dimostra ogni giorno che Palermo è cambiata e indietro non si torna”.

Dopo il suono del silenzio all’ora della strage, le 16.58, e il minuto di silenzio dei presenti in via Mariano D’Amelio, a Palermo, Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, ha letto i nomi delle vittime del massacro del 19 luglio di 25 anni fa: Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Sul balcone della famiglia Borsellino campeggiano delle sagome di cartone che raffigurano le vittime. Poi l’inno di Mameli cantato da una giovane mentre in via D’Amelio sono arrivati anche i pm Nino Di Matteo e Roberto Tartaglia, Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Corte di Cassazione, Antonio Ingroia, Giulia Sarti (M5s), il sindaco Leoluca Orlando e il primo cittadino di Messina, Renato Accorinti.

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