PALERMO – La nuova seduta di bilancio è fissata per domani mattina, ma al consiglio comunale di Palermo gli occhi sono ormai puntati su quello che accadrà dopo l’approvazione della manovra. Il diktat del sindaco Roberto Lagalla è stato chiaro: fino al voto nessuno spostamento per evitare di creare ulteriori fibrillazioni nella maggioranza, ma un attimo dopo si apriranno le danze e i passaggi, quasi tutti interni al centrodestra, potrebbero cambiare più di un equilibrio.
Pronti i cambi
Il passaggio più eclatante sarà quello di Salvo Alotta, eletto nella lista del sindaco ma pronto (come ha scritto Livesicilia) ad aderire a Forza Italia in quota Schifani. Un’adesione che l’ex rettore non avrebbe incassato con troppa serenità, tanto da averlo spinto ad accelerare sulla trasformazione della sua lista civica in un soggetto politico in tandem col renziano Davide Faraone.
La nuova Democrazia Cristiana dovrebbe passare da tre a quattro consiglieri, grazie al passaggio del leghista Salvo Di Maggio, ma i cuffariani corteggiano anche Giovanna Rappa (il cui marito è un dirigente della nuova Dc) e Giuseppe Mancuso che però al momento potrebbero restare col sindaco (e infatti erano Teatro al Massimo). Del resto il gruppo di Lagalla scenderà a quattro componenti e ulteriori defezioni sarebbero un duro colpo per l’ex rettore che sta provando ad arginare o evitare possibili fuoriuscite.
Il caso Lega, fermento in Forza Italia
Gli occhi però sono puntati anche su altri consiglieri, al momento corteggiati dai partiti. In casa Lega, dove danno ormai per certo l’abbandono di Di Maggio, c’è il caso del capogruppo Alessandro Anello che aspira a entrare in giunta al posto di Sabrina Figuccia, rivendicando un accordo di partito. Se il cambio non dovesse concretizzarsi Anello potrebbe accasarsi altrove, sempre nel centrodestra, ma a quel punto il partito di Salvini si ritroverebbe con un solo consigliere (Figuccia) e un assessore, il che potrebbe creare malumori negli alleati che invece, crescendo, chiedono più spazio nella squadra di governo. In Forza Italia, dove arriverà Alotta, c’è fermento: Natale Puma (vicino all’assessore Andrea Mineo) è ancora formalmente un azzurro, anche se non ha partecipato all’ultima riunione di gruppo, e Pasquale Terrani non è ascrivibile né al gruppo Tamajo, né a quello del presidente della Regione. A sinistra, invece, al momento resta al Misto Carmelo Miceli: l’ex deputato ha lasciato il gruppo del Pd ma è anche il primo dei non eletti dem alle ultime Regionali; se uno degli inquilini di Sala d’Ercole dovesse andare a Bruxelles, per lui si aprirebbero le porte di Palazzo dei Normanni.
Il nuovo ruolo di Lagalla
La trasformazione della lista del sindaco in un partito potrebbe avere anche un effetto secondario, ma non indifferente: riacquistare agibilità politica e attrattività nei confronti dei consiglieri, visto che sono in molti (anche all’opposizione) a guardare con interesse al progetto di Lagalla. Un copione già visto con Leoluca Orlando, capace di maggioranze trasversali e movimenti personali, che nel caso dell’ex rettore capita in un momento propizio vista la ricostruzione in atto del centro.