Palermo, asse Lagalla-Faraone guardando alle Provinciali - Live Sicilia

Palermo, asse Lagalla-Faraone guardando alle Provinciali

La lista del sindaco pronta a diventare un partito

PALERMO – Trasformare la lista del sindaco in un partito, esportare il modello di “Lavoriamo per Palermo”, che un anno fa prese il 9% alle Comunali, a livello regionale (Lavoriamo per la Sicilia) e, nel caso in cui si voti per le Provinciali nella primavera del prossimo anno, provare a creare un grande centro che attiri pezzi da destra e da sinistra. Di questo, e di altro, si è parlato stamattina ai Giardini del Teatro Massimo in un incontro che ha avuto due padroni di casa: Roberto Lagalla, primo cittadino del capoluogo, e il renzianissimo Davide Faraone.

Sindaci e consiglieri in platea

Una riunione a porte chiuse e riservata agli amministratori locali o a chi lo è stato: in platea c’erano il sindaco di Bagheria Filippo Tripoli, l’assessore di Palermo Totò Orlando, il capogruppo Dario Chinnici, i consiglieri Giuseppe Mancuso, Ninni Abbate e Giovanna Rappa ma anche ex consiglieri renziani come Francesco Bertolino, Carlo Di Pisa, Paolo Caracausi e Luisa La Colla, l’ex assessore Toni Costumati, Nicola Vernuccio, il presidente del Cus Giovanni Randisi oltre ai nominati nelle partecipate. E poi amministratori come i sindaci di Enna, Corleone, Giuliana, Contessa Entellina, Campofiorito, Bivona, Ventimiglia di Sicilia, Capo d’Orlando, Mistretta, Aragona e perfino eletti nel Ragusano, nell’Agrigentino, nell’Ennese, nel Siracusano e nel Trapanese, per un totale di un centinaio di presenti.

Un asse che guarda alle Provinciali

Una riunione per rafforzare l’asse fra Lagalla e Faraone, mettere insieme centristi e riformisti ma anche per guardare alle Provinciali: l’idea è quella di aggregare al centro sfruttando le difficoltà che da un lato vive il centrosinistra, col Pd ormai schiacciato sul M5s, e dall’altro il centrodestra in cui Fi e Fdi si contendono la leadership dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, provando a indicare anche un candidato su cui (come fu per Lagalla, che è il presidente uscente della Città metropolitana) possano convergere altre forze politiche. Perché il tema è quello delle alleanze: Faraone alle Europee proverà a fare un listone riformista (con un dialogo già avviato con Cateno De Luca) e se le Provinciali si terranno, in concomitanza o quasi, il tema sarà come replicare l’asse includendo Lagalla che però guida una giunta di centrodestra. “E’ presto per parlarne – dice uno dei partecipanti – e comunque già per le Comunali ci siamo ritrovati su un candidato unico”.

L’ex rettore non si è sbilanciato, ma ha citato i casi di Palermo e Genova in cui Iv fa già parte di giunte di centrodestra. È fisiologico, però, che la posizione di Lagalla faccia drizzare le antenne ai tanti amministratori locali che, in giro per la Sicilia, non si riconoscono nei partiti più estremi e cercano una sistemazione, magari di carattere più civico e collocata al centro. Da qui la partecipazione di un centinaio di eletti ed ex eletti, attratti anche dal fatto che Lagalla, almeno per un altro anno, sarà anche sindaco metropolitano e quindi a capo di un ente che ha ricominciato a investire e avviare cantieri.

L’attivismo di Lagalla

L’attivismo di Lagalla però non è casuale. “Il sindaco per un anno ha frenato i tanti che volevano avvicinarsi a lui per non indispettire gli alleati – dice un consigliere navigato – ma intanto gli alleati glieli soffiano. Se Lagalla volesse potrebbe avere un gruppo di almeno 10 o 15 consiglieri, pescando anche a sinistra”. Palermo è la più grande città italiana amministrata dal centrodestra e i sindaci, negli ultimi anni, hanno sfruttato la propria visibilità per diventare leader nazionali della propria parte politica come Renzi, Nardella, Sala, Appendino o De Magistris. Lagalla finora ha scelto una posizione defilata, ma le Provinciali saranno già un primo banco di prova per misurarsi e proporsi come leader ben oltre i confini palermitani, magari in un centro che in tutta Italia sta provando a riorganizzarsi.


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