CATANIA – Appena sei mesi. Centottanta giorni o poco più. Tanti ne restano al sindaco Bianco e alla sua amministrazione per portare a termine quanto annunciato nel 2013 inserito all’interno del fitto programma di propositi che, insieme alle sapienti alleanze, ha portato l’ex ministro degli Interni a diventare sindaco di Catania per la quarta volta. Occupazione, sicurezza, viabilità, trasparenza sono solo alcuni punti che il primo cittadino aveva inserito nel proprio personalissimo “contratto” con i catanesi che, nel giugno di quasi cinque anni fa, lo hanno premiato con una percentuale di consenso così alta da non rendere necessario il ballottaggio. Passati gli anni, con la consiliatura ormai agli sgoccioli, abbiamo provato a verificare cosa sia stato portato a termine di quel ricco programma, quanto sia stato avviato e quanto, invece, sia rimasto solo impresso sulla carta.
Vero è che, non senza ottimismo, Bianco aveva immaginato una serie di azioni da compiersi in dieci anni, in due mandati quindi, nel suo programma Catania10+, ma i mutamenti degli equilibri politici, locali e nazionali, l’inversione della tendenza nelle preferenze degli elettori, che sembrano pronti a premiare la coalizione di centrodestra, nonché il riposizionamento di molti alleati del primo cittadino, potrebbero allontanare questa ipotesi.
In ogni caso, cinque anni sembrano un tempo sufficiente per tracciare un bilancio di quanto annunciato e quanto, invece, realizzato. Sul piano del lavoro, ad esempio. Nel 2013 era stato annunciato il ripristino dello sportello unico per le imprese, che pare ancora non sia stato riattivato, a differenza di quello per l’edilizia, aperto nel dicembre 2016. Non pervenuto neanche l’Osservatorio per il credito, inserito nel programma.
Diverso il trend per quanto riguarda i finanziamenti europei, nazionali e regionali. Non si può certo affermare che il primo cittadino non sia riuscito ad attirare fondi, come quelli del Patto per Catania o quelli del Bando per le periferie. Grazie anche all’ottimo rapporto con il governo nazionale, con l’ex premier Matteo Renzi e con l’attuale presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni il primo cittadino è riuscito a intercettare per Catania ingenti finanziamenti. Quanto, con questi, sarà realizzato, è invece presto per dirlo.
Non è riuscito invece ma potrebbe farlo in questi sei mesi nel riordino il rilancio dei mercati storici della Pescheria della Fera o’ Luni: qui, di qualche intervento sulla viabilità, sulla via Dusmet in particolare, e la riqualificazione di alcune aree limitrofe la zona di piazza Carlo Alberto – pesdonalizzazione di via Pacini e riqualificazione piazza Sciuti – non si vedono effettivamente cambiamenti Anzi, la zona, teatro di violenza frequente, è considerata da molti estremamente degradata.
Al secondo punto dell’elenco del programma di Bianco c’è Catania città sicura, in relazione principalmente al rischio sismico, per mitigare il quale era stato annunciato l’utilizzo dei fondi esistenti per mettere in sicurezza gli edifici pubblici (prefettura, questura, uffici comunali, ospedali e scuole). Un proposito che, a oggi, resta tale anche se qualcosa sembra essersi mossa. Catania è infatti la prima città inserita nella lista dei dieci ‘Cantierti di Casa Italia’ finanziati dal Governo proprio per mitigare il rischio sismico. Non solo: numerosi i milioni del Patto per Catania a disposizione per la messa in sicurezza degli edifici scolatici (9,2 milioni) e di alcuni altri edifici pubblici (1,9 milioni). Inoltre, la Giunta ha esitato la cosiddetta Variante per il Centro storico, un vero e proprio piano di zona che contempera anche la mitigazione dei rischi. Ma la delibera è ferma da mesi in Consiglio comunale.
Nessun passo avanti o quasi, poi, in relazione al canale di gronda, per cui era stato inserito in programma il completamento degli allacciamenti. L’importante opera pubblica, invece, per quanto finanziata dal Governo, non è stata ancora avviata. Il sindaco Bianco, poi, aveva parlato di sforzo per potenziare il corpo dei vigili urbani, cosa che stanno gli annunci è riuscito a fare con l’assunzione di 30 unità. Certo, a tempo determinato, ma sicuramente un ausilio non indifferente al corpo della Polizia municipale che da anni soffre di insufficienza di organico. Nessuna traccia poi del “Progetto SOS sms” per segnalare le cose ai vigili urbani.
Al terzo punto troviamo Catania città accogliente. Nel programma sono stati annunciati collegamenti internazionali con l’aeroporto etneo, ma la crescita dello scalo etneo non dipende certo dall’amministrazione comunale, e l’apertura del porto alla città. Iniziativa avviata dall’amministrazione Bianco, con l’abbattimento della cinta muraria in corrispondenza della via Dusmet, ma non ancora completata. Ad esempio, non c’è ancora la pista ciclabile all’interno del porto, nonostante gli annunci della scorsa estate. Poi smentiti dai fatti.
In ambito culturale, qualche slancio si è avuto per l’apertura dei musei e per l’informatizzazione, dato che non è partito il progetto Catania Pocket WiFi, ma molto si è mosso sul piano della digitalizzazione grazie agli investimenti di Tim. Fuori programma, l’annuncio dell’apertura di una succursale del museo Egizio di Torino, proposito rimasto, fino a oggi, a livello di annuncio. Anche la destagionalizzazione dei lidi balneari, annunciata nel programma, non si è concretizzata, così come sembra sia andata nella direzione opposta di quanto previsto da Bianco nel 2013, secondo le denunce continue dei cittadini, il rilancio della Movida e dei Caffè concerto. Residenti e commercianti sono fortemente critici relativamente a quella che definiscono “la non gestione della zona” e l’area resta problematica dal punto di vista del decoro, dell’ordine pubblico, della vivibilità. Non ha visto la luce alcun Festival del Ba-rock, né il festival Belliniano – anche se il Capodanno è dedicato al Cigno catanese.
Al quarto punto troviamo Catania città solidale. Relativamente a questo tema, al di là dei propositi, non si può dire che Bianco e la sua amministrazione non abbiano lavorato all’accoglienza e alla gestione della delle ondate migratorie particolarmente intense negli ultimi negli anni. Ma è sull’annunciata centralità delle periferie che, a parte qualche conferenza stampa, qualche piazza riqualificata, e varie inaugurazioni, poco si è mosso in questi anni, salvo poi avere un’accelerazione con il bando per le periferie e i milioni ottenuti da due importanti quartieri come San Giovanni Galermo e San Nullo. Per il resto, non sono state abbattute le barriere architettoniche, né realizzato il nuovo stadio di calcio. Né ha visto la luce l’ospedale San Marco, anche se questo certo non è dipeso dall’amministrazione.
Ancora da realizzare, poi, è la scuola di italiano per migranti, i corsi per i volontari per gli anziani, la badante di condomio. Qualcosa si è mosso, invece, per il terzo settore e con l’attivazione della Casa del volontariato, che soprattutto all’inizio della consiliatura, ha avuto un grosso slancio. Molto da fare resta anche per il punto Catania città giovane. L’annunciato free wifi in tutta l’area urbana non è avvenuto, né è stato realizzato nulla per quanto riguarda l’apertura delle scuole alle società sportive.
Al sesto punto troviamo Catania città dinamica, relativo alla viabilità. Il sindaco aveva annunciato di ripensare l’intero sistema dei trasporti con un ottica da città metropolitana, cosa che non è avvenuta, se non con l’apertura di alcune stazioni della metropolitana che senz’altro Bianco ha sollecitato ma di cui non è certo stato l’artefice. La regolarità e l’integrazione tra i diversi mezzi pubblici, anche questa inserita nel programma, è solo all’inizio. Nel frattempo nonostante l’annuncio di alcuni finanziamenti per il BRT, questo ha perso potenza e anche utenti. Centrato, invece, l’obiettivo di incentivare l’uso della metropolitana. Sempre sul piano della viabilità, sono stati istituiti il Librino Express e l’Alibus, sono stati attivati i parcheggi Rosa e avviato il sistema di car sharing. Non quello delle bici, però.
Anche al punto Catania città civile, alcuni obiettivi sono stati centrati, come per esempio l’apertura delle case dell’acqua. Si era parlato di manutenzione delle fontanelle, cosa che invece non è avvenuta. Nota dolente resta la raccolta dei rifiuti, tra i flop dell’attuale amministrazione che non è riuscita né ad aumentare la percentuale di differenziata, né ad assegnare il nuovo appalto per la gestione del servizio. Sono ancora presenti nella maggior parte della città quei cassonetti che, da programma, avrebbero dovuto essere eliminati. Né sembra che le strade profumino, come annunciato.
In relazione all’innovazione, non è partito il progetto catene Città del Sole, né l’incentivazione al recupero del restauro dei prospetti di palazzi, o il piano del colore. Tra le promesse del sindaco Bianco in campagna elettorale, c’era poi il nuovo cimitero e l’impianto di cremazione: per il primo, sono allo studio dei progetti di finanza, per il secondo invece ancora tutto sembra fermo. Così come la realizzazione del cimitero per gli animali di affezione, il cui progetto ha ricevuto il primo parere dalla Commissione sanità.
Per quanto riguarda Catania città vivibile, il sindaco aveva annunciato l’apertura di tante “CaseCatania”, soprattutto nei quartieri popolari. Cosa non avvenuta, come l’istituzione del vigile di zona. Delle “piccole biblioteche” inserite nel programma, è stato realizzato l’autobook, iniziativa particolarmente apprezzata. E ancora, nella sezione trasparenza del programma, Bianco parlava di delibere scritte in linguaggio comprensibile e pubblicate sul sito del Comune per poter essere analizzate dai cittadini. Tutto questo non è stato realizzato. Qualche referendum consultivo tematico si è invece tenuto, come quello recente per cui i cittadini, nell’ambito della democrazia partecipata, sono stati chiamati a scegliere un elemento della città da riqualificare – ha vinto la liberazione delle spiagge libere.
Infine, Catania Città metropolitana. Nel programma del 2013 si legge dell’intenzione di redigere un Prg – “che sarà approvato dal prossimo consiglio comunale” – come una sorta di piano di zona dell’area vasta rappresentata dalla ex provincia. Piano di zona o Prg di cui resta solo l’intenzione. Infine ci sono alcuni progetti che non sono inseriti nel programma. Alcuni avviati dall’amministrazione precedente e “accelerati” da quella attuale, come per esempio l’avvio dei cantieri in Corso Martiri della Libertà, o la realizzazione di piazza Beppe Montana a San Giovanni Galermo, altre targate proprio Enzo Bianco, come la nomina del Comitato per la Festa di Sant’Agata.
Altri, infine, che andrebbero portati a termine entro la fine della consiliatura. Se non altro perché voluti dal sindaco. Il completamento del nodo Gioeni, dopo 4 anni ancora incubo dei catanesi e dove dovrebbe sorgere un fontanone ad abbellire il muraglione grezzo rimasto dopo l’abbattimento del cavalcavia, e l’approvazione del piano di riequilibrio, rimodulato dalla giunta Bianco su quello precedente dell’amministrazione Stancanelli, e sparito dopo oltre un anno.