PALERMO – Scongiurare la crisi politica e soprattutto evitare che le beghe mettano a repentaglio le opere del piano triennale o il bilancio consuntivo. Sono ore di tensione al comune di Palermo, dove lo scontro sul passaggio del consigliere Salvo Alotta dal gruppo del sindaco a Forza Italia ha fatto esplodere la polemica. Da un lato Roberto Lagalla, deciso a non farsi schiacciare dalle mire espansionistiche dei partiti, dall’altra Renato Schifani che reclama il cambio degli assessori azzurri. I pontieri sono già al lavoro e la questione sarebbe stata già affrontata durante un primo incontro a Palazzo delle Aquile, a cui dovrebbe seguirne un altro a breve.
Le tensioni fra Lagalla e Schifani
Una tensione insolita per il semplice passaggio di un consigliere, peraltro ampiamente annunciato, che ha però avuto l’effetto di fare emergere quello che finora era rimasto sotto traccia. Lagalla non avrebbe gradito di vedersi soffiare un consigliere, specie perché altri potrebbero seguirlo stavolta sponda Dc, mentre Schifani non avrebbe digerito l’attacco del sindaco ad Alotta che, seppur appena arrivato, è già annoverato tra i suoi fedelissimi. Il passaggio sarebbe dovuto avvenire dopo il consuntivo ma l’uscita di Natale Puma, andato al Misto prima di approdare a Fratelli d’Italia, aveva tolto agli schifaniani il primato di gruppo più numeroso d’Aula; da qui la mossa di Alotta che ha riportato il gruppo a sette consiglieri.
Secondo alcune indiscrezioni, il sindaco e il governatore avrebbero scambiato qualche battuta sul rimpasto venerdì mattina, a margine dell’inaugurazione della control room in via Ugo La Malfa, e qualche ora dopo è arrivata la nota di Forza Italia che annunciava il nuovo acquisto. Tanto sarebbe bastato per mandare il primo cittadino su tutte le furie, che a quel punto ha reagito chiedendo la presidenza della commissione Sport.
Consuntivo in bilico
Nonostante le velate minacce a mezzo comunicato nessuno crede che i forzisti possano veramente uscire dalla maggioranza, la situazione però si è fatta ugualmente tesa. La nuova Dc ha chiesto sì a Lagalla di riportare serenità ma ha sostanzialmente dato man forte agli azzurri, confermando l’asse tra Schifani e Totò Cuffaro mentre Fratelli d’Italia ha scelto il silenzio, trovandosi più in sintonia col sindaco. E così l’ex rettore cerca la via del dialogo: lo scontro non è utile a nessuno, specie con il piano triennale in discussione e il consuntivo alle porte; in ballo ci sono milioni di euro di investimenti, oltre ai progetti per tre palestre scolastiche che rischiano di saltare.
Un primo contatto c’è già stato: Lagalla ha incontrato il presidente del consiglio comunale, Giulio Tantillo, per parlare dei lavori d’Aula e durante la discussione sarebbe stato toccato anche il tema dei cambi in giunta. Le bocche restano cucite ma filtra ottimismo: a breve dovrebbe esserci un nuovo incontro, stavolta ufficiale, che servirà a chiudere l’incidente di percorso. La presidenza della commissione non è in bilico, come non lo è la tenuta della maggioranza. Incerta è invece la tempistica dei possibili cambi in giunta: non è un mistero che l’ex rettore vorrebbe rinviare a dopo le Europee e c’è chi, come Fratelli d’Italia, sarebbe pronta a rimettere tutto in discussione se si aprirà il dossier rimpasto, includendo nel calderone non solo le poltrone assessoriali ma anche le deleghe, le partecipate e perfino l’ufficio di presidenza.
La strategia di Lagalla
Il sindaco potrebbe essere costretto a cambiare strategia: se finora è rimasto a guardare le mosse dei partiti, anche per il fatto di non averne uno, adesso che ha siglato un patto con i renziani e avviato la costruzione di un soggetto politico con Davide Faraone sarà obbligato a cambiare registro e partecipare alla campagna acquisti. Non è un mistero che Giovanna Rappa, eletta con Lagalla, sia attratta dalla Dc ma il sindaco non sarebbe disposto a farsi depredare dagli alleati, anche per evitare di finire schiacciato dagli altri partiti. L’obiettivo è rimanere numericamente forte e quindi evitare nuove fughe, tenendosi stretti i quattro rimasti e provare a rilanciare pescando altrove. Anzitutto nel centrodestra, dove un paio di consiglieri sarebbero pronti a trasferirsi nel gruppo lagalliano, e possibilmente anche nel campo delle opposizioni (circolano nomi eccellenti) per provare ad allargare la maggioranza e modificare così il peso specifico dei gruppi.