Quella distrazione di troppo | Il Comune escluso dalle parti civili - Live Sicilia

Quella distrazione di troppo | Il Comune escluso dalle parti civili

Un'aula del Palazzo di giustizia di Palermo

La procura per la costituzione al processo sulle presunte truffe commesse dai dipendenti del Coime riportava i dati del sindaco, ma era firmata dal suo vice. Il Comune: "Riproporremo la costituzione di parte civile dell'amministrazione nelle successive fasi del procedimento".

PALERMO – Il Comune di Palermo resta fuori dal processo. Escluso dalle parti civili per una “distrazione”. La procura per la costituzione in dibattimento, presentata in udienza dall’avvocato di Palazzo delle Aquile, riportava i dati del sindaco Leoluca Orlando, ma era firmata dal suo vice, Emilio Arcuri. Ci sarà tempo per rimediare, ma solo quando e se gli imputati saranno rinviati a giudizio.

Si tratta del processo a carico di diciassette ex impiegati del Coime. L’elenco si apre con Antonino Chinnici, considerato il promotore dell’organizzazione che avrebbe fatto lievitare le buste paga dei dipendenti. Chinnici era il responsabile dell’Unità organizzativa appositamente creata alla segreteria generale del Comune per preparare gli stipendi del Coime. Gli sarebbe bastato accedere nel sistema informatico e caricare in busta paga ore di straordinario mai eseguite.

L’inchiesta dei carabinieri partì dai buoni pasto. Ne erano stati distribuiti troppi. Era il 2008 e l’amministrazione comunale avviò la verifica sui costi del personale del Coime. Emerse così che sarebbero stati taroccati i dati inseriti nel sistema informatico, sulla base dei quali la Sispi elaborava i cedolini mensili degli stipendi. Gli indagati in busta paga si erano caricati il massimo (88 ore) dei permessi individuali retribuiti. Per un totale, dal 2002 al 2008, di 27.800 euro. Poi, ci sarebbe stato anche un regalo di massa: un milione di euro di straordinari distribuito a 550 lavoratori. La stragrande maggioranza delle persone intascò i soldi, poi restituiti, in buona fede, senza neppure accorgersene. Stamani, davanti al Gup, gli avvocati Rocco Chinnici e Stefano Santoro hanno fatto notare la “svista” nell’atto presentato dall’amministrazione comunale che, per il momento, resta fuori dal processo e dalla possibilità di ottenere un eventuale risarcimento dei danni.

La nota del Comune di Palermo. 

Con riferimento alla notizia della mancata ammissione del Comune di Palermo quale Parte Civile in un procedimento che vede indagati dei dipendenti comunali, si ritiene utile precisare che il sindaco Leoluca Orlando, tra i primi atti compiuti dopo il suo insediamento, ha dato esplicito incarico all’Avvocatura per la costituzione in tutti i procedimenti di mafia e tutti quelli che vedono imputati dipendenti. Nel caso in specie, il Comune si è costituito, ma il Tribunale ha ritenuto formalmente non corretto un documento sottoscritto dal vice sindaco in assenza del Sindaco; è comunque intenzione dell’Amministrazione riproporre la costituzione nelle successive fasi del procedimento, ove questo sia previsto dal Codice. “L’Amministrazione comunale – ha detto Leoluca Orlando – ha non soltanto il diritto ma anche il dovere di costituirsi quale Parte Civile in tutti i procedimenti contro i suoi dipendenti, perché, ferma restando la presunzione di innocenza, non è pensabile che un Comune ignori o faccia finta di ignorare comportamenti illeciti, danni materiali e danni d’immagine causati dai suoi lavoratori.”

 


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