CATANIA – Tutto pronto per la diretta? Invece no. Niente diretta. Il primo consiglio comunale in streaming dell’era Covid salta ed è rinviato a giovedì prossimo. Tra l’imbarazzo dei vertici di Palazzo degli Elefanti. A quanto risulta, ieri non ha funzionato nello specifico il sistema di registrazione e quindi la possibilità, per i cittadini, di assistere a dei lavori che sono e devono essere pubblici. Il sistema è stato messo a disposizione dalla MicroVision srl e avrebbe dovuto gestire un ampio pacchetto di sedute istituzionali (Giunta, Consiglio comunale, conferenza dei capigruppo, commissioni consiliari e Municipi). Fonti interne al Palazzo, pur riferendo di “cifre irrisorie”, fanno sapere che attualmente l’appalto non sarebbe stato pagato. Intanto dirigenti e tecnici stanno lavorando al ritorno, tra le distanze di sicurezza e i dispositivi di protezione sanitaria, dei consiglieri in aula.
“Sono dispiaciuto per la città – spiega il presidente Giuseppe Castiglione a LiveSicilia – ma i cittadini vengono prima di ogni cosa, per questo ho sospeso i lavori. Una scelta dettata da motivi tecnici e non politici”. Intanto le opposizioni di Cinque stelle e Italia viva sono saltate sulle sedie. “Da tre mesi, tutti aspettiamo di riunirci per dialogare e comprendere quale sia la progettualità del sindaco per far ripartire la nostra città – ha scritto su Facebook la renziana Francesca Ricotta – l’Amministrazione Pogliese agisce con una superficialità, una incapacità, e una incompetenza senza precedenti. Il sindaco deve chiedere scusa, non a noi, ma ai catanesi”. L’ordine dei lavori di ieri prevedeva le dichiarazioni del sindaco sull’emergenza Covid e gli interventi (cinque minuti a testa) di tutti i consiglieri di Palazzo degli Elefanti.
Interviene anche il gruppo dei cinquestelle. “Perché l’amministrazione comunale ha affidato il servizio, a pagamento, alla società Microvision per le videoconferenze in streaming degli organi istituzionali, quando lo stesso servizio può essere fornito gratuitamente?” A porre queste domande è il gruppo consiliare del M5s, in un’interrogazione che vede come primo firmatario Giuseppe Fichera. “Le pubbliche amministrazioni devono garantire lo svolgimento delle attività politiche e non potendo – a causa dell’emergenza Covid-19 – creare assembramenti, sono costrette a ricorrere a videoconferenze in streaming e alla relativa registrazione delle sedute dei vari organi istituzionali. Molti comuni italiani, già da mesi, hanno scelto la piattaforma digitale Asmel. L’associazione Asmel, infatti, offre a tutti i Comuni, associati e non, una piattaforma gratuita e senza limiti di tempo, garantendo anche supporto e assistenza da remoto durante l’intera durata del video-collegamento. Il Comune di Catania, ente in dissesto, ha affidato il servizio alla società Microvision, con un esborso di circa tremila euro. Forse il sindaco Pogliese e la sua giunta non erano a conoscenza dell’esistenza di Asmel e del fatto che avrebbero potuto avere lo stesso servizio non a pagamento? Forse avrà certamente dimenticato di applicare una regola fondamentale e cioè amministrare come un buon ‘padre di famiglia’” commenta il consigliere Fichera.