Concorso truccato all'università | Condannato il rettore Tomasello - Live Sicilia

Concorso truccato all’università | Condannato il rettore Tomasello

Francesco Tomasello

A Tomasello è stata inflitta una pena di tre anni e sei mesi, più l'interdizione dai pubblici uffici. L’inchiesta, che vedeva indagate altre 24 persone, tra docenti e funzionari dell'Ateneo, era scaturita dalle dichiarazioni di un docente che sostenne di essere stato costretto a pilotare un concorso.

 

MESSINA – Il processo scaturito dall’inchiesta che nel 2007 sconvolse la facoltà di Veterinaria, relativo a concorsi truccati e la gestione dei fondi regionali stanziati per il progetto Lipin, è giunto a conclusione. Il rettore dell’università di Messina, Francesco Tomasello, è stato condannato a 3 anni e sei mesi di reclusione, (due anni e sei mesi condonati) più l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Condannato a 5 anni e 4 mesi il preside della facoltà di Veterinaria, Battesimo Macrì (3 anni gli sono stati condonati). Per lui interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Le altre condanne: 5 anni ed 10 mesi (3 anni condonati) al professor Giuseppe Piedimonte; 4 anni (3 condonati) al professor Antonino Pugliese; 3 anni e 9 mesi (2 anni e 2 mesi condonati) per Stefano Augliera ( più interdizione per 5 anni dai pubblici uffici); 2 anni a Salvatore Giannetto; un anno ed 8 mesi a Pietro Paolo Niutta e Giovanni Germanà; un anno e 6 mesi a Santo Cristarella, un anno e 4 mesi ad Antonina Zanghì.

Nell’ambito del filone di inchiesta che riguardava la gestione dei finanziamenti regionali erogati per il progetto Lipin, per cui furono indagati Eugenio Capodicasa, a capo del rettorato, e la moglie, Ivana Saccà, i giudici hanno deciso per loro la condanna a due anni, pena sospesa. Assolti perché il fatto non costituisce reato il docente Ugo Muglia ed i componenti del consiglio di facoltà di Veterinaria Francesco Abbate, Antonino Ajello, Emilia Ciriaco, Francesca Conte, Massimo De Majo, Giuseppa Di Bella, Antonino Germanà, Patrizia Germanà, Elisabetta Giudice, Rosaria Laurà, Giuseppe Mazzullo, Anna Maria Passantino.

L’inchiesta che, oltre al rettore, vide indagate altre 24 persone, tra docenti e funzionari dell’Università di Messina, era scaturita dalle dichiarazioni di un docente, Giovanni Cucinotta, che sostenne di essere stato costretto, nella qualità di componente della commissione di un concorso a cattedra, a pilotarne l’esito per aggiudicare un posto di professore associato al figlio del professore Macrì. Cucinotta sostenne di non essersi piegato. L’altro filone puntò sulla gestione “allegra” delle risorse destinate al progetto scientifico Lipin: 3 milioni di euro stanziati dalla Regione.


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