Condanne definitive per l'omicidio Chiappone, chiuso il primo troncone

Condanne definitive per l’omicidio Chiappone: ora l’altro troncone

Ventiquattro anni per Agatino Tuccio e ventitre per Salvatore Di Mauro.
IL PROCESSO
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RIPOSTO. Si chiude con una condanna a 24 anni per Agatino Tuccio e a 23 anni per Salvatore Di Mauro il primo troncone del processo scaturito dal brutale assassinio di Dario Chiappone, ucciso il 31 ottobre del 2016 in via Salvemini a Riposto.
La Suprema Corte ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso proposto per Di Mauro, latitante da quasi sei anni, e ha rigettato quello presentato per Tuccio, entrambi imputati per l’omicidio dell’allora 27 enne giarrese. In primo grado i giudici avevano condannato Tuccio all’ergastolo, ritenendolo l’esecutore materiale del delitto commesso con estrema crudeltà. Il giovane era stato infatti colpito con ben 18 fendenti, 16 al torace e 2, quelli mortali, alla gola.

Ma la Corte di assise d’appello di Catania, aveva poi riformato quella sentenza, riducendo la pena a 24 anni. Immutata, invece, sin dal primo grado la condanna per Salvatore Di Mauro. È tuttora in corso, quasi alle battute finali, davanti alla Corte d’assise di Catania, presieduta da Maria Pia Urso, il processo a Paolo Censabella ed Antonino Marano. Secondo il pubblico ministero Santo Di Stefano, sarebbe Censabella il mandante dell’omicidio, commissionato per motivi passionali ed economici ad Agatino Tuccio, Salvatore Di Mauro e Antonino Marano, quest’ultimo noto come ‘killer delle carceri’. A ordinare l’esecuzione della vittima sarebbe stato, sempre secondo l’accusa, Benedetto La Motta, già condannato a 30 anni, in abbreviato dal gup di Catania Simona Ragazzi.

L’omicidio

È il 31 ottobre del 2016 quando, poco dopo le 20, in via Salvemini a Riposto, strada senza uscita, due uomini, con il volto incappucciato, raggiungono una Suzuki Sx4. In quell’auto sono appartati Dario Chiappone ed una donna. I malviventi intimano alla coppia di consegnare tutto il denaro. Secondo l’accusa sarebbe stato un maldestro tentativo di camuffare l’omicidio con una rapina. Il 27enne viene trascinato fuori dalla vettura e colpito ripetutamente con un’arma da taglio. Alla fine il medico legale conterà ben 18 coltellate.


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