Condizioni sempre più precarie al ricovero per randagi

Condizioni sempre più precarie al ricovero per randagi

Un caso che merita di essere affrontato dalle autorità competenti.
LA SEGNALAZIONE
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CATANIA. Un vero e proprio allarme lanciato dalle associazioni ittico-venatorie a proposito di quanto si riscontra in un terreno privato ricadente nel Comune di Belpasso, in via Luigi Galvani, dove si trova una nota struttura di accoglienza, alla fine del tratto asfaltato, in un contesto di abitazioni singole, nei pressi del Santuario Madonna della Roccia.
Sui luoghi sono visibili delle costruzioni in blocchetti di cemento e in materiali diversi (lamiere zincate, pannelli di legno, cartoni, coperte, reti in plastica) adibiti a ricoveri e recinzioni per cani.

All’interno della recinzione, divelta in più punti a causa di un incendio, si trovano una parte dei cani, fra i quali diverse cucciolate.
Un cane di colore nero, con delle evidenti ferite e malformazioni, si trascina sul suolo e le carcasse dei cani vengono “finite” dagli stessi cani presenti.
Dentro l’area recintata vi è un accumulo di rifiuti tessili, sacchi in plastica, vecchi mobili, lamierati, cartoni, stoviglie varie, materiale plastico, resti di cibo, escrementi ed altro, tali da rendere l’area non idonea alla detenzione dei cani per le pessime condizioni igienico-sanitarie.

All’esterno dell’area recintata si evidenziano rifiuti della stessa tipologia, accumulati nel tempo.
Tutt’intorno nella zona, a partire dall’inizio di via Luigi Galvani e nella strada retrostante parallela, fra le abitazioni e nell’area alberata confinante con la particella numerosi cani, non quantificabili poiché allo stato libero, circolano in gruppo.
La maggior parte dei cani si presenta in buono stato di salute ed abituati alla presenza umana, ma diffidenti con gli estranei, che in branco possono costituire pericolo per i passanti e sicuramente disagio per i bambini e gli anziani che abitano in zona.

I cani vengono accuditi da una coppia di anziani, i quali ogni giorno distribuiscono acqua e cibo in vari punti della zona e che negli anni hanno costituito, nelle modalità descritte, un “ricovero” per cani, noto a tutti gli Enti preposti al controllo e alla prevenzione del randagismo.
I due gestiscono il ricovero per cani da circa venti anni e a quanto pare una parte dei cani (circa 60) sarebbero di proprietà del Comune di Belpasso che ne avrebbe richiesto l’apposizione del microchip all’A.S.P. L’area del ricovero dei cani era stata delimitata all’interno della particella, ma nell’Agosto scorso a causa di un incendio doloso, la struttura precaria era stata danneggiata e i cani non venivano più circoscritti all’interno dell’area, ma erano sparpagliati nella zona. A tali cani si aggiungono altri cani provenienti da altre zone o abbandonati, che gli anziani coniugi accudisce a proprie spese, destinandone tutti i loro mezzi di sussistenza.

Stante le precarie condizioni economiche raggiunte, dopo anni di spese per vitto e spese veterinarie, la coppia non sarebbe più in grado di garantire all’ingente numero di cani l’assistenza veterinaria necessaria alla sterilizzazione, pertanto il numero dei cani è diventato ingestibile.
A causa della tensione derivante dalla forte presenza dei cani liberi nella zona, i due anziani sono stati nel passato e di recente vittime di atti intimidatori e l’area è stata incendiata dolosamente, pertanto non si esclude una minaccia all’incolumità fisica dei due volontari.

Tale circostanza è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria già nell’Aprile 2019 dall’Associazione E.P.S. (Ente Produttori Selvaggina) e alla Legione Carabinieri Sicilia Stazione di Belpasso, e di recente anche dalla Polizia Provinciale.
A tutt’oggi la situazione non si è modificata, ma con la mancata sterilizzazione dei cani, rischia di diventare ancora più ingestibile.


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