Confcommercio critica: | "Dov'è lo sviluppo?" - Live Sicilia

Confcommercio critica: | “Dov’è lo sviluppo?”

Pietro Agen

"La Confcommercio non può accettare che si parli di sviluppo senza parlare di imprese, che alle ormai insostenibili spese per il personale si aggiunga come unica iniziativa di spesa quella per salvaguardare, senza un piano di rientro, i posti di forestali, formatori e vari precari", dice il presidente Agen

Bilancio
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CATANIA – “La Confcommercio non può accettare che si parli di sviluppo senza parlare di imprese, che alle ormai insostenibili spese per il personale si aggiunga come unica iniziativa di spesa quella per salvaguardare, senza un piano di rientro, i posti di forestali, formatori e vari precari, oltre al salvataggio ancorché ridotto, della famigerata tabella H”. Lo afferma il presidente di Confcommercio Sicilia Pietro Agen in una nota con cui esprime “profondo disagio” per i contenuti del bilancio regionale. “Se da una parte ci rendiamo conto delle difficoltà che l’assessore Bianchi ha dovuto affrontare e se gli diamo ancor atto della correttezza e trasparenza che hanno caratterizzato il suo operato, di contro – rileva Agen – non possiamo dimenticare né i contenuti del bilancio né tantomeno la mancanza di confronto con le parti sociali da parte del Governo regionale”. “Qualcuno non ha evidentemente compreso che non potrà esserci alcuno sviluppo – continua Agen – se non ci saranno più le imprese. Qualcuno dimentica che esiste un diffuso ed efficiente sistema Confidi a cui non è pensabile di tagliare fondi, per altro già risibili. Esiste un patrimonio di piccole e medie imprese del commercio e dei servizi che attende da anni una legge organica di intervento sul modello Liguria, per non fare che un esempio”. “Bisogna trovare – aggiunge Agen – risorse per turismo, innovazione, infrastrutture e investimenti in edilizia, nel recupero e la messa in sicurezza sismica. Questi gli interventi che Confcommercio chiede con forza per creare quell’effetto moltiplicatore che può garantire la ripresa dei consumi, necessaria per far ripartire un’economia ormai asfittica e far sì che la cultura dei posti di lavoro ‘veri’ sostituisca quella dei posti di lavoro ‘per legge’.


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