"Una grande occasione": Confindustria chiama a raccolta sul Pnrr - Live Sicilia

“Una grande occasione”: Confindustria chiama a raccolta sul Pnrr

L'associazione catanese degli industriali a confronto con il governo regionale

CATANIA – Un patto tra mondo delle imprese e istituzioni per non sprecare l’occasione più importante del dopoguerra: questo il tema principale di “Next Generation Catania”, il novantacinquesimo convegno di Confindustria Catania che si è svolto questa mattina a Viagrande. Con la formula di quattro tavoli tematici, i vertici del governo e delle istituzioni regionali e il mondo imprenditoriale hanno discusso delle modalità in cui saranno spesi i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in arrivo in Sicilia. Tra gli intervenuti anche il presidente della Regione Nello Musumeci, che rassicura: “Confindustria può contare su questo governo”.

“Un’occasione”

A impostare i lavori è subito il padrone di casa Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Catania. “Stiamo vivendo un tornante della nostra storia – dice Biriaco – la disponibilità di risorse in arrivo, 231 miliardi di euro solo per il sud Italia, non è mai stata così alta nemmeno ai tempi della Cassa del Mezzogiorno. Abbiamo una grande occasione per ricucire il nord e il sud del paese, ma dobbiamo fare tutto con la consapevolezza che ciascuno deve assumersi le sue responsabilità”.

Biriaco chiama a un vero e proprio “patto di scopo” per facilitare la spesa dei fondi europei: “Imprese, istituzioni, sindacati, enti del credito devono lavorare per rendere possibile una stagione di rinascita. Gli imprenditori catanesi esportano merci per due miliardi di euro, un terzo di tutta la Sicilia, eppure spesso fanno fatica, misurandosi con una pubblica amministrazione che non decide e allunga i tempi. Questo intendiamo quando parliamo di assunzione di responsabilità: decidere di non decidere non va più bene, bisogna avere il coraggio della firma, di mandare avanti le cose”.

“No al saldo zero”

Tra gli intervenuti al convegno di Confindustria anche il sindaco di Catania Salvo Pogliese, che ha puntato l’attenzione sulla copertura con fondi europei di opere già finanziate: “Sono convinto che si debba coprire il gap di infrastrutture della nostra regione, ma in questo periodo stiamo assistendo a un definanziamento di certe opere, con l’intenzione di coprirle poi con i fondi europei. Ma il saldo non può essere zero: non è possibile che queste opere siano finananziate con fondi europei quando già erano previste delle linee di intervento. Su questo ci vuole un impegno di tutte le forze politiche: i fondi in arrivo devono essere in aggiunta, e non in sostituzione di quanto già si sta facendo”.

Pogliese ha annunciato poi l’assunzione di sessanta tecnici da parte del comune di Catania: “Al momento su duemila dipendenti abbiamo 2 architetti, 2 ingegneri e 20 geometri, impossibile rispettare tutte le scadenze imposte dall’Europa, con la mole di lavoro richiesta”.

Il problema della burocrazia

Dopo l’intervento di Nello Musumeci, andato via in anticipo sulla scaletta per incontrare il generale Figliuolo in arrivo a Palermo nel pomeriggio, è stato dato il via ai quattro tavoli tematici del convegno, dedicati alla valorizzazione del capitale umano, alle infrastrutture, alla salute e alla transizione ecologica. Nel corso degli interventi diversi esponenti del mondo dell’impresa hanno parlato dei problemi in cui si imbattono nel corso del proprio lavoro, citando soprattutto una burocrazia troppo complicata e con tempi troppo lunghi, ma anche delle diverse opportunità schiuse dai fondi del Pnrr. “Catania è la capitale industriale non solo della Sicilia, ma di tutto il Meridione – dice Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia – il termine “ripartenza” non vale per le nostre aziende, perché noi non ci siamo mai fermati, abbiamo continuato a tenere in piedi l’apparato industriale anche nei mesi di crisi e con esso l’economia. Ora grazie al Pnrr possiamo uscire dal paradigma per cui le produzioni tecnologiche vadano fatte necessariamente in Cina: si possono fare in Italia, e Catania è leader della produzione tecnologica. Dobbiamo poi rifondare un welfare basato sull’impresa, perché l’impresa è l’unica produttrice di valore che può essere ridistribuito”.

Tra i diversi interventi, anche quello di Nico Torrisi, presidente di Sac, società che gestisce l’aeroporto catanese: “L’aeroporto è l’unica grande infrastruttura di Catania – dice Torrisi – e dunque è cruciale per tutta l’area produttiva. Abbiamo diversi progetti già pronti e cantierabili per l’aeroporto: il raddoppio dell’area partenze nel terminal A, la demolizione del terminal B, i progetti per la seconda pista. Nel Pnrr, contrariamente a quanto previsto all’inizio, ci saranno anche dei fondi per gli aeroporti, e questo potrebbe aprire ottime prospettive anche per l’aeroporto catanese: al contrario della tendenza comune per cui non si riesce a spendere perché non ci sono progetti, noi abbiamo diversi progetti già pronti. Dunque ho chiesto al ministro delle infrastrutture Giovannini di permetterci di migliorare l’aeroporto, proprio perché è l’unica infrastruttura funzionante di questa parte della Sicilia”.

Interviene anche Mario Falcone, assessore alle infrastrutture: “Con il Pnrr è in arrivo una massa di denaro che dobbiamo spendere senza fare evaporare, abbiamo l’esigenza di pianificare ma spesso ci scontriamo con la burocrazia. Ad esempio il progetto per l’interramento dei binari ferroviari che permetterebbe l’allungamento della pista d’atterraggio di Catania è fermo da sei mesi alla commissione per la Valutazione d’impatto ambientale, e potrebbe succedere che l’iter si allunghi ancora di più. Al netto dei diversi problemi, però, si cerca sempre di non rimanere fermi: questo governo ha rilanciato le grandi opere, ferme dal 2006”.


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