CATANIA. Ammonta a 300mila euro il valore complessivo del patrimonio immobiliare riconducibile al boss di Bronte, Salvatore Catania sottoposto a confisca stamani tra le province di Messina e Catania dai carabinieri del Ros di Catania e dai militari della Compagnia di Santo Stefano di Camastra. Ad emettere il decreto di sequestro finalizzato alla confisca, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, il tribunale del capoluogo etneo. Il pregiudicato, rinchiuso nel carcere di Bicocca a Catania, è ritenuto elemento di spicco del clan Santapaola Ercolano. A lungo avrebbe guidato il gruppo operante tra i comuni di Bronte, Maniace e Cesarò.
Il provvedimento patrimoniale scaturisce da due imponenti attività investigative, Iblis e Nebrodi, condotte dal 2009 al 2017, da cui sono emerse una serie di attività illecite poste in atto dalla criminalità organizzata per ottenere la percezione, pur in assenza dei necessari requisiti, dei contributi comunitari erogati dall’Agea. Vittime degli atti intimidatori e delle estorsioni numerosi imprenditori agricoli della zona.
A guidare il sodalizio criminale, secondo la Procura etnea, sarebbe stato proprio Turi Catania, finito in manette nel febbraio dello scorso anno per associazione mafiosa ed estorsione. Gli accertamenti patrimoniali compiuti avrebbero consentito di svelare come gran parte delle proprietà conducibili al boss dei Nebrodi fossero il frutto di attività illecite e riciclaggio di capitali.