PALERMO – Una parte dei 90 mila euro scovati in una cassetta di sicurezza erano custoditi dentro una decina di buste. In una c’era scritto “mamma” a sancire, dicono i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, che i soldi appartenevano a Maria D’Anna, moglie di Ezio Brancato, socio di Vito Ciancimino negli affari del gas.
La donna è stata dichiarata, così come la figlia Monia, socialmente pericolosa anche alla luce delle indagini che hanno portato i finanzieri al principato di Andorra. Il Tribunale per le misure di prevenzione ha accolto la proposta della Procura della Repubblica e ha confiscato il tesoro degli eredi di Ezio Brancato. Tra i beni che passano allo Stato, il provvedimento è di primo grado e dunque non definitivo, c’è anche il contenuto delle cassette di sicurezza. Oltre alle buste con i soldi c’erano pure due portagioie con anelli e bracciali in oro, diamanti e rubini che valgono 64 mila euro.
Il piccolo principato fra la Francia e la Spagna era sempre stato un paradiso fiscale impenetrabile. Poi, gli accordi internazionali portarono il procuratore Francesco Lo Voi e i sostituti Siro De Flammineis e Gaspare Spedale fin dentro i caveau di alcune banche dove scovarono pure contratti e procure speciali. Come quella che incaricava l’avvocato Julio Quantas Casellas a gestire un gruzzolo da 850 mila euro.
Quantas Casellas è stato marito di Monica Brancato ed ex componente del consiglio di amministrazione della Gas Natural, colosso del settore che nel 2015 rilevò per 115 milioni di euro la Gasdotti Azienda Siciliana. E cioè la macchina da soldi con cui Ciancimino e Brancato avevano metanizzato mezza Sicilia.
Il tesoretto di Andorra, solo una piccola parte del patrimonio confiscato e stimato in 50 milioni di euro, era stato portato all’estero nella speranza che sfuggisse alle misure patrimoniali. Gioielli, ville a Mondello, appartamenti in via Libertà, attici in piazza Verdi, ma anche immobili in Spagna e in costa Smeralda: grazie ai soldi della vendita della società del gas Maria D’Anna e le figlie Monia e Antonella hanno accumulato una fortuna ora confiscata.